Genova

Ogni volta che vogliamo organizzare un viaggio c’è un posto specifico che visitiamo e da cui prendiamo spunto per le nostre scelte: internet.

In rete riusciamo a scovare tutte le informazioni di cui necessitiamo, così possiamo approfondire la storia e l’arte dei luoghi di nostro interesse, riusciamo a pianificare le varie esperienze da vivere in modo da andare a colpo sicuro verso ciò che più stuzzica la nostra fantasia.

E’ davvero una miniera inesauribile di informazioni la rete, ed ogni volta che la utilizzo col mio smartphone o desktop mi torna in mente sempre la stessa immagine: un armadio bianco di metallo.

E’ il “cabinet” che asserve il settore del quartiere in cui vivo: un piccolo spazio chiuso da bianche pareti metalliche in cui convergono tutte le linee telefoniche della zona. E’ da qui che il grande sapere del web viene smistato nelle varie case, è un punto focale in cui scienza, sapienza e cultura si incontrano per poi diramarsi a 360° tutto intorno.

Mi ha sempre affascinato questo check-point fisico del pout pourri di nozioni che formano l’intero scibile umano, e possedendo semplici rudimenti di informatica mi concentro soprattutto sull’aspetto filosofico che questo “crocicchio” di cavi rappresenta, sulla libertà che trasmette con la sua sola presenza.

Ebbene, uno dei più grandi cabinet della storia italiana ed europea è stato ed è ancora tutt’oggi Genova!

 

Storicamente, Genova rappresenta una delle più importanti repubbliche marinare italiane, nota per la sua potenza marittima e il ruolo cruciale nel commercio e nelle rotte marittime del Mediterraneo. È stata un importante centro di scambi culturali, con influenze economiche e politiche che si estendevano in Europa, Africa e Asia. 

Oggi è il primo porto commerciale e turistico italiano, trafficatissimo crocevia del commercio europeo e mondiale.

Una città che unisce storia, arte, cultura ed incredibili attrazioni turistiche?

Cosa aspettiamo a visitarla, partiamo subito!!!

 

 

«In un porto come quello di Genova, vasto e frequentato, si ammira la grandezza della civiltà presente che può sembrare prosaica alle menti offuscate dall'amore per l'antico e che non sanno apprezzare la poesia delle sue grandiose proporzioni»
(Vicente Blasco Ibáñez, Nel paese dell'arte, 1896)

 

Il viaggio, come lo scorso anno, lo organizziamo con una coppia di amici e i loro pargoli.

Come da tradizione abbiamo incastrato mete interessanti sia ai più grandi che ai più piccoli, che poi queste ultime si rivelano sempre molto apprezzate anche da chi inizia a mostrare i capelli bianchi (e pure da chi se li tinge per nasconderli!).

La partenza è fissata per mercoledì 16 agosto al mattino, così ancora inebriati dai festeggiamenti e dai gavettoni del giorno prima saliamo tutti a bordo della mitica “Astronave” (per approfondimenti leggete Torino 2022 nel nostro sito) e partiamo.

 

Il lungo viaggio procede sereno e festoso, con canzoni giochi e quiz per rallegrare e coinvolgere i bimbi.

I km da percorrere sono tanti ma i paesaggi che ci regala la vista dai finestrini sono fantastici, da cartolina. Soprattutto quando finalmente raggiungiamo la Liguria, e per chi non è abituato alle montagne che sfiorano il mare con piccoli e caratteristici paesi inerpicati su irti versanti rocciosi a picco sull’acqua lo stupore è assoluto. 

Maila, che da piccola ha passato molti anni in questa meravigliosa regione andando a trovare i nonni materni a Sanremo, è letteralmente estasiata. Per lei la Liguria non è solo fascino ma è anche e soprattutto amore.

 

Genova ci appare frenetica ma non caotica. Il traffico è sostenuto ma scorrevole, si ha subito l’impressione di spazi molto ben organizzati con efficienza.

Giungiamo in Hotel che, seppure relativamente moderno, si affaccia su un lungo viale diretto verso l’antico porto, contornato da antichi palazzi fregiati di statue e decori elaborati, simbolo del benessere che nei secoli famiglie di mercanti hanno recato a questa città.

Una volta entrati in possesso delle camere ed esserci rinfrescati, partiamo in esplorazione. L’hotel non dista molto dal centro e così decidiamo di raggiungere il porto antico con una gradevole passeggiata, utile sia per ottimizzare il tempo a disposizione il giorno dopo in cui abbiamo in programma di visitare il famoso Acquario che il museo del mare “Galata”, sia perché il centro, come in qualsiasi città, è il cuore della storia e della città e ci attrae sempre fortissimo.

 


Giungiamo in pochi minuti in Piazza Ferrari, contornata dal Palazzo Ducale, dal Palazzo della Regione Liguria, dal Palazzo della Borsa Valori e dal Portico dell’Accademia.

Nel suo mezzo spicca una meravigliosa fontana che con i suoi numerosi spruzzi d’acqua dà refrigerio a molte persone.

Imbocchiamo la salita del Fondaco, ed al restringersi degli spazi intorno a noi percorrendo stradine via via sempre più strette iniziamo ad assaporare il fascino del vecchio incasato. La discesa che ci si presenta, tipica dei paesi della costa ligure, è piastrellata con piccoli rettangoli di pavè chiaro. Le case sono alte e così vicine fra loro da dare l’impressione di permettere ai rispettivi dirimpettai di potersi toccare semplicemente affacciandosi e sporgendosi leggermente dalla finestra. E’ un rimando questo alle antiche civiltà, in cui si preferiva vivere a stretto contatto con gli altri per massimizzare la protezione reciproca e la socialità. Oggi si viaggia in direzione totalmente contraria, ed è un peccato per certi aspetti.



Giriamo di qua e di la lasciandoci guidare un pò dal caso e alla fine ci troviamo in Piazza Banchi, ai piedi della Chiesa di San Pietro in Banchi. 

  


Piazza Banchi è una piazza del quartiere del Molo, nel centro storico di Genova. Lastricata in pietra di luserna è posta all'incrocio di alcuni caruggi tra la via Ponte Reale, via San Luca, via San Pietro della Porta e via Banchi.

La piazza appare, non essendo percettibile dalle vie limitrofe, solo quando vi si arriva e lì sorprende per un'inattesa spazialità che le viene conferita dal gioco di prospettive delle finte architetture delle facciate decorate degli edifici che la contornano.

La stessa posizione della chiesa di San Pietro, sopralzata rispetto al piano stradale con i suoi due campanili, è una sorta di fondale scenico e con le sue decorazioni conferisce una dilatazione dello spazio che suscita, voluto e ricercato, lo stupore inatteso dell’osservatore.

Fonte: Wikipedia

 

 

Conquistati dai numerosi chioschi e accaldati dalla passeggiata  decidiamo di fare un aperitivo in via Al Ponte Reale, in uno dei tanti locali caratteristici della zona, ordinando la famosa e buonissima focaccia genovese ed una birra ghiacciata. Da questo punto privilegiato si può comodamente osservare l’ingresso dell’Acquario e la Biosfera subito adiacente.

 

 

Una volta finito l’aperitivo ci addentriamo nel porto antico in piena esplorazione, ed individuiamo la sede del museo del mare, che visiteremo domani.

Nei suoi pressi ci imbattiamo, quasi per caso, in una grande e vera nave pirata, che scopriamo essere stata utilizzata come set cinematografico per il film “Pirati” di Roman Polanski del 1986.

Essendo questa un’attrazione aperta al pubblico diventa di conseguenza la prima tappa ufficiale della nostra vacanza.

Cazzate la Randa, sciogliete la Gomena, gonfiate il Fiocco e salpate con noi per un’avventura!  

 


La nave è immensa e una volta a bordo ci si ritrova catapultati in un’epoca in cui pirati e corsari padroneggiavano per i quattro mari.  Il galeone seppure costruito in epoca moderna rispecchia in tutto lo stile delle imbarcazioni originali, questo addirittura è perfino in grado di navigare, se non fosse oggi un vero e proprio museo galleggiante. 

Gli scricchiolii del legno e delle corde che si ascolta ininterrottamente a bordo fa galoppare forte la fantasia, ed è facile immedesimarsi in un rude nostromo che urla ordini sul ponte, o in un umile mozzo che si arrampica sulle sartie e sugli alberi più alti, o anche nel possente capitano che domina la ciurma dall’alto della piazzola  di comando.

Con un sapiente mix di passato e futuro degno dei migliori Marty e Doc di “Ritorno al Futuro” immortaliamo tutto ciò che ci circonda con gli imprenscindibili smartphone che stringiamo in mano (soprattutto Maila!).

Possiamo girare in lungo e in largo per il vascello in completa libertà, sottocoperta e sui ponti, facendo attenzione a non scivolare mentre ci si inerpica su passerelle e travi molto inclinate e rese scivolose dalla salsedine (in effetti la scelta di Maila di viaggiare in infradito stavolta non si è rivelata particolarmente vincente!).

 

Una volta scesi a malincuore dalla nave (Pasquale ci si sarebbe accampato e, qualora glielo avessero permesso, l’avrebbe anche riportata a casa circumnavigando la penisola) riprendiamo il nostro pellegrinaggio.

Passando accanto all’acquario (anch’esso meta dell’indomani) notiamo un baracchino che offre giri del porto antico in traghetto.

Senza esitare decidiamo di acquistare seduta stante i biglietti per il tour in partenza alle 18.40 e vista l’ora abbondante che ci separa dall’imbarco proseguiamo fino alla punta del porto pedonale, che si rivela essere un agglomerato di chiatte galleggianti unite da passerelle in legno. 

Da qui la vista è stupenda, e si può godere di un panorama a 360° di tutto il porto, e della città che si inerpica sulle montagne limitrofi. 

Il contrasto fra i grandi e antichi palazzi della zona vecchia e le moderne navi da crociera è alquanto affascinante. Si respira storia ovunque.

 


E’ ora di tornare verso l’imbarco del traghetto.

Saliamo e troviamo posto all’interno, ma la giapponesina che è dentro Maila si ribella e pretende di uscire a Prua, vento in faccia, per godere appieno il viaggio scattando foto ad ogni centimetro di mare (strano, non lo fa mai!).

Durante la navigazione dagli altoparlanti di bordo la voce del capitano ci racconta la storia del porto, dalle origini agli ampliamenti avvenuti e quelli in via di sviluppo. Solo il porto antico ha una lunghezza di 13 km abbondanti e col nuovo porto in costruzione, ancora in via di ampliamento, si arriverà a 22 km. Davvero impressionante!

Passiamo accanto alla Lanterna, l’antico faro di Genova. Alta 77 metri, la storica torre sorge sui resti di una collina di 40 metri per cui si trova a circa 117 metri sul livello del mare.

Nata per segnalare alle navi l’ingresso nel porto ma anche per controllarne il movimento al suo interno, la torre fu costruita nel Trecento sul sito dove già dal 1128 esisteva un faro funzionante con un sistema a legna (i falò).Nel 1326 venne installata la prima lanterna ad olio (d’oliva nella fattispecie) e nel 1340 venne dipinto sulla parte inferiore della torre lo stemma comunale.

Il suo aspetto attuale è frutto della ricostruzione operata nel Cinquecento e malgrado gli interventi seguiti agli avvenimenti bellici e ai fulmini, la Lanterna si presenta come allora



Ci Fermiamo nell’antico villaggio dei pescatori, il Boccadesse, come tappa intermedia per far scendere i pendolari che da Genova fanno ritorno a casa (il traghetto funge anche da trasporto pubblico oltre che da servizio turistico).

Quando il traghetto inverte la rotta e torna sui suoi passi il sole comincia a tramontare e le luci e i colori che ci accompagnano verso il molo per lo sbarco tingono l’atmosfera con un sottile velo di magia e malinconia al tempo stesso.

 


Per la cena Pasquale ha trovato una birreria con annessa griglieria e decidiamo di rifocillarci lì, avverando il suo desiderio di andare in una birreria artigianale in ogni città che visitiamo (è una vera e propria crociata la sua, se potesse si metterebbe un elmo ed un’armatura!).

Ma qualche entità superiore mescola diversamente i nostri piani: mentre affamati ci dirigiamo verso la nostra destinazione, a piedi, stanchi e irrequieti, scopriamo che la birreria è chiusa. Ormai è tardi per pianificare valide alternative, così sconsolati e ancora più affamati ci dirigiamo in zona albergo per trovare un posto dove cenare a portata di letto...

Troviamo una trattoria/pizzeria in una piazzetta subito dietro l’hotel e felici come bambini la mattina di Natale ordiniamo e mangiamo allegramente. D’altronde per essere felici basta semplicemente del buon cibo e la giusta compagnia.

La cosa positiva della vicinanza con l’albergo è sicuramente l’andare a letto presto, soprattutto in vista dell’impegnativa giornata che ci aspetta. Il fattore negativo invece è riservato a chi ha la digestione che funziona a rilento, in quanto è costretto a dormire letteralmente sulla cena. Ne sa qualcosa Maila, ma ahimè se ci si dimentica di avere un diger selz a portata di mano si dovrà pur pagare pegno!

 

Il mattino successivo ci sveglia l’inebriante profumo di brioches appena sfornate proveniente dalla cucina dell’hotel che, incredibile ma vero, è proprio sotto la nostra finestra. “Il destino lotta contro la mia linea…” esordisce Maila che, sebbene abbia la digestione lenta poi al mattino si sveglia sempre affamata come un orso che è appena uscito dal letargo!

Da grande amante delle colazioni in hotel (punto fisso in ogni nostro viaggio) Maila assaggia praticamente ogni cosa che è messa a disposizione. E per fortuna che è tutto a buffet, altrimenti una malcapitata cameriera avrebbe rischiato anch’essa di essere sbranata da tanta voracità.

 

Abbiamo acquistato i biglietti per l’acquario e il museo del mare online, quindi non ci resta altro da fare che cambiarci e uscire in direzione porto, ovvero la stessa strada fatta in avanscoperta ieri pomeriggio. 

Al mattino le strade pedonali sono più libere e meno trafficate e la luce è un qualcosa di meraviglioso: è una limpida giornata estiva e tutto appare più definito e consistente.

In 10 minuti giungiamo a destinazione e una volta passati i controlli e scattata la foto ricordo eccoci trasportati nel mondo della Sirenetta. Il blu delle acque delle vasche, illuminate dai fari tutti intorno, crea infiniti riflessi e giochi di luce su di noi e sulle pareti vicine, rendendo tutto altamente suggestivo ed immersivo. Se si riesce ad estraniarsi dal fracasso che siamo soliti fare sempre e ovunque noi esseri umani, il nuotare dei pesci, silenziosi e aggraziati come ballerine è ipnotico. 

Alcuni non solo ti osservano come se fossi tu l’attrazione e non loro, ma ti seguono e cercano di attirare la tua attenzione con la voglia di giocare con te, come nel caso delle foche, dei cetacei e dei delfini.

Con alcune specie puoi interagire ed addirittura toccare, come nel caso delle razze ad esempio situate in una speciale vasca tattile. 

Certe vasche sono talmente grandi da accompagnarci per un lungo tratto durante il percorso turistico: all’inizio le si visita in profondità nella loro parte inferiore immersa, poi proseguendo e salendo all’interno dell’acquario le stesse vasche le troviamo a sfioro e possiamo ammirarle dall’alto. Queste sono le vasche che accolgono delfini e lamantini. 


 

Proseguendo si possono ammirare poi le tartarughe (certe veramente grandi), le murene dalle mute più incredibili, gli squali possenti e sinuosi.

Non manca poi la sezione delle specie tropicali sia marine che forestali, coi loro colori sgargianti e forme inconsuete.

Per arrivare infine alle molteplici vasche delle meduse, gli animali dotati della più alta forma di eleganza dell’intera fauna mondiale.

 

Dopo un pranzo fugace ma non troppo al MacDonald’s ci dirigiamo al Galata, il museo del mare che racconta la storia della navigazione italiana.

Consigliamo a tutti di farci un giro se andate Genova o dintorni. 

Il museo è immenso, mostra modellini e ricostruzioni dalle prime navi a remi alle galee genovesi, dalle semplici canoe indigene alle caravelle che hanno scoperto il nuovo mondo, attraversando varie epoche storiche, compresa quella dei transatlantici che portarono i migranti in America alla fine dell’800: un percorso interattivo e suggestivo ti accompagna fisicamente a rivivere l’epoca delle grandi migrazioni, facendoti passare negli antichi vicoletti della città ricostruiti ad oc, fino alla dogana e all’imbarcadero, ripercorrendo l’esperienza fatta dai nostri antenati che, lasciando la famiglia e i propri affetti, affrontarono la traversata verso le Americhe alla ricerca di fortuna. Ci si può così imbarcare in una replica a grandezza naturale di un piroscafo dell’epoca, con tanto di suoni e rumori. Si visita la sala macchine e le cabine comuni di terza classe in cui si viveva ammassati ed in condizioni igieniche precarie, fino ad attraversare i ponti più alti con la prima classe e le cuccette dell’equipaggio. 

Davvero un’esperienza toccante ed altamente istruttiva.

Non mancano poi le imbarcazioni più moderne fino ai sommergibili del ’900 e alle grandi navi passeggeri e portacontainer dei giorni nostri.

 

Compreso nel biglietto del Galata abbiamo potuto visitare anche il sottomarino Nazario Sauro ormeggiato li accanto. Caschetto di sicurezza, e credetemi ce ne è proprio bisogno, e via alla scoperta del famoso sommergibile.

Come si può immaginare lo spazio all’interno non è tantissimo, e se si considera che era in grado di ospitare fino a ben 49 persone ci si chiede come sia possibile vivere lì e non morire di claustrofobia.

Per noi abituati ad ampi spazi girarne l’interno alla scoperta delle sue bellezze è un’impresa ardua, sopratutto quando sei scoordinata come Maila (il livido causato dal periscopio se lo è portato avanti qualche giorno…).

Nonostante sia lungo 18 metri più del Toti, che abbiamo visitato a Milano al museo della scienza e della tecnologia, ci ha dato l’impressione di essere più piccolo, ma si sa, la percezione è falsata in luoghi bui e chiusi. 

Grazie a Dio siamo riusciti a portare a termine la visita senza attacchi claustrofobici per Maila!!!

 

 

 

Al termine di questa intensissima giornata di visite sia i bambini che gli adulti sono stremati, così ci trasciniamo verso l’hotel sognando una caldissima e rigenerante doccia in camera.

Per cena stavolta optiamo per un ristorantino tipico di pesce, inerpicato su una collinetta non molto distante dall’hotel. La scelta si rivela azzeccatissima, la serata è piacevolmente calda ed il pesce stupendo assaporato all’aperto sotto un cielo di un vigoroso blu notte. La successiva passeggiatina digestiva è il sigillo su una fantastica giornata da incorniciare.

 



Ultima mattina a Genova.

Dopo una fantastica dormita rigenerante e una colazione degna della famiglia reale, facciamo il Check-out e andiamo a ricaricare la macchina, destinazione la torre pendente. Pisa è di strada così decidiamo di visitare la città prima di tornare verso casa e mettere fine a questa vacanza in famiglia, perché diciamocelo pure, gli amici sono la famiglia che ognuno di noi si sceglie.

Arriviamo poco prima di pranzo di una giornata molto calda con pochi spazi all’ombra e non ce la sentiamo di affrontare una coda chilometrica per entrare nella torre pendente più famosa del mondo. 

Ci risparmiamo anche la tipica foto da Titani che sostengono la torre, sia per la mancanza di spazio per poterci provare, sia per la difficoltà di sopravvivere al caldo di questo giorno estivo o infernale, ancora non è chiaro quale impostazione sia stata data al termostato…

Godiamo tuttavia della bellezza della Piazza dei Miracoli e, grazie all’insaziabile spirito di esploratori, scoviamo un ristorantino dove pranzare all’interno delle mura, con la torre alla nostra sinistra e ubicato in una piccola piazza laterale.

Decidiamo per un pranzetto tipicamente toscano.

Dopo pranzo iniziamo a vagabondare per le stradine della cittadina dentro le mura, troviamo la scuola superiore, piazze e mercati caratteristici, statue di mecenati e piccoli bar di paese con dei tavolini che sembrano essere arrivati direttamente dal passato. 

L’atmosfera è rilassante, caldo a parte, quasi romantica.

Torniamo alla macchina visitando, come ultimo luogo i resti delle antiche terme.

 

Si torna a casa adesso, di sicuro più stanchi ma soprattutto più ricchi di quando siamo partiti. Ma non di una ricchezza materiale, piuttosto di qualcosa di spirituale che rimpingue le nostre anime le completa e le valorizza.

Il viaggio è scoperta, e la scoperta è vita.

Ecco sì, è questo: torniamo più vivi che mai!


Album fotografico completo: https://photos.app.goo.gl/hfo497D8aL1AFUUcA

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