Sulle orme di San Francesco d'Assisi


A Rieti ogni anno sul finire dell'estate si tiene il più importante "evento piccante" d'Italia: la Fiera Campionaria Mondiale del Peperoncino. Desiderosi di mettere alla prova la nostra resistenza alla capsaicina, organizziamo un gruppetto di 8 temerari e decidiamo di partire per un weekend.


La squadra di persone messe insieme per tale scopo è davvero varia, composta da amici e parenti di tutte le età e dall'elevata socialità. Sarebbe stato un crimine viaggiare separati limitando il numero di battute e situazioni comiche potenziali che sicuramente si sarebbero create, così decidiamo di noleggiare un Ducato 9 posti in cui rinchiudere il nostro A-Team (rinchiudere è esattamente la parola più consona, in quanto a vederci da fuori la nostra sembrava una gita organizzata da un istituto di sanità mentale).

L'allegra comitiva è stata poi ribattezzata "Gruppo Vacanze Piemonte" dalla cognata per unire tutti tramite Whatsapp (alla richiesta "Ma perché proprio Piemonte?" ha risposto "E' la prima cosa che mi è venuta in mente!", quindi direi che siamo stati fortunati in quanto avremmo potuto chiamarci "Gruppo Vacanze Rabarbaro" o "Scaldabagno" magari...).

Prepariamo la valigia ed eccoci il sabato mattina pimpanti per strada.
La prima tappa è la colazione al bar in città, sì perché l'anziano fratello insegna che non si viaggia mai a stomaco vuoto.
La seconda tappa è stata quella di tornare direttamente a casa a prendere il navigatore satellitare, si perché il giovane Pasqui ricorda che senza ci si perde e si rischiano multozze causa innumerevoli autovelox.
Bene, finalmente pronti ad orientare la prua verso la nuova avventura? Manco per niente! Perché qualcuno (Maila) fa notare che sarebbe saggio recuperare qualche ombrello, viste e considerate le nubi all'orizzonte.
E qualcuno che approfitta del ritardo per andare di soppiatto in bagno ce lo abbiamo? Ma certo che si!
Alla fine però incredibilmente riusciamo a partire.

In autostrada Pasquale improvvisamente realizza che, dopo aver convinto tutti a portare il pranzo al sacco per sabato, noi non lo abbiamo. E non lo abbiamo non per una scelta oculata basata sull'analisi costi/benefici di un acquisto strada facendo, ma proprio per la più totale dimenticanza. Buio pesto! Tutti lo avevano preparato tranne io e lui.
A ragion veduta per il gruppo il nome più adatto forse sarebbe stato "Organizzazione Filini"!
Vabbè poco male, in qualche modo si sarebbe risolto ad Assisi, la nostra tappa mattutina. Anche perché, come ricorda Pasqui menzionando il Papi: "Chi per il fuoco, chi per la legna...per mangiare ognuno s'ingegna!".

Arriviamo a Civitanova e da qui prendiamo la strada Statale 65, la Strada Regionale 147 e la Strada Statale 444. In meno di due ore, con pausa pipì a un distributore, siamo arrivati.

Il tragitto è scorso veloce fra canti, cori e battute a raffica.
Lasciamo il furgone al parcheggio di Porta Nuova, e ci arrampichiamo sulla scala che conduce all'ingresso della città. Scopriremo, una volta in cima, che il sabato ad Assisi è giorno di mercato.

Interessante, per Maila.
Incubo, per Pasqui.

Fortunatamente per lui la sua attenzione è attirata da un furgone che vende panini con la porchetta di Cannara. In verità lo ha letteralmente fiutato come un cane da tartufi, è stato impressionante!
Et voilà la problematica pranzo è risolta, torneremo dopo a rifornirci!

Superiamo la Porta Nuova solo dopo una foto di gruppo:

Percorriamo con un leggero dislivello Via Borgo Aretino, pieno di piccole botteghe e negozi di souvenir. Mentalmente prendo un appunto di cosa mi piace, in modo da effettuare gli acquisti al ritorno e non girare con le buste in mano. Costeggiamo la basilica di Santa Chiara, che apprendiamo chiude per pranzo alle ore 12. Essendoci una gran coda all'ingresso e mancando 20 minuti alla chiusura decidiamo di proseguire e andare in esplorazione alla ricerca del nostro forziere con il tesoro: la Basilica superiore di San Francesco d’Assisi…

Basilica di Santa Chiara

La chiesa venne costruita dopo la morte di Santa Chiara, tra il 1257 e il 1265, attorno all'antica chiesa di San Giorgio, che fino al 1230 aveva custodito le spoglie di San Francesco. I resti della Santa vennero traslati già nel 1260, mentre la consacrazione solenne avvenne nel 1265, alla presenza di Papa Clemente IV. I lavori di costruzione furono eseguiti dall'architetto Filippo da Campello. La cripta che ospita oggi la tomba della Santa fu realizzata solamente nel 1850.

Scegliamo una strada alternativa a quella percorsa dalla maggior parte della folla: in piazza Santa Chiara prendiamo una viuzza a sinistra fino ad arrivare ad una ripida salita, al termine della quale troviamo una scalinata che da Piazza Garibaldi ci porta direttamente in via San Francesco, dove l'omonima Basilica è lì a sinistra. Sembra un percorso alquanto arzigogolato ma... la prossima volta è meglio seguire a tutti gli effetti la folla principale!


Senza indugio sotto il sole più caldo della giornata (alla faccia della "sosta ombrelli" della partenza) percorriamo il pezzo di strada che ci separa dalla mèta. Anche questa via è piena di negozi e bottegucce tipiche per turisti, negozi di arte sacra e posti dove è possibile mangiare.
Alla fine della strada ecco stagliarsi la Basilica di San Francesco ed il suo immenso sagrato.

Pronti ad entrare?
Proprio no! Prima occorre effettuare l'ennesima sosta cumulativa alle toilette, che qui si trovano al termine di una stradina in forte discesa (che al ritorno si trasformerà in erta salita).
Espletate le necessarie funzioni corporee ci mettiamo finalmente in fila per entrare nella Basilica inferiore. Fortunatamente la fila si snoda sotto un porticato, ed è scorrevole. Così rinfrancati dalla fresca ombra e protetti dalla calura del sole, serenamente attendiamo il nostro turno per entrare.

I controlli del GreenPass sono veloci ed entriamo nella Basilica dove alcuni cartelli ci informano che non è possibile scattare fotografie all'interno del Santuario.
Sì certo! Vogliono soffocare "Tefò Nafoto" il giapponese che è in me!
Ovviamente di nascosto qualcuna ne faccio, non sarà un semplice divieto a fermarmi... (se chi legge è un addetto alla sicurezza della Basilica... stò a scherzà!).
Diligentemente seguiamo il fiume di gente verso la tomba di San Francesco, che tra l’altro è il mio Santo: non esistendo santa Maila sono stata battezzata Francesca di secondo nome, come lo zio di mia madre a cui lei era molto legata.

Basilica di San Francesco D'Assisi

La Basilica è formata da due chiese sovrapposte, una inferiore e una superiore, legate a due diverse fasi costruttive: la prima legata al romanico umbro di derivazione lombarda, la seconda legata al gotico di matrice francese. Straordinario è, in entrambi i casi, l'apparato decorativo interno. Di fronte all'atrio che precede l'ingresso della basilica inferiore si trova l'ex oratorio di San Bernardino, costruito per il Terz’Ordine francescano da maestranze lombarde intorno alla metà del XV secolo. L'abside, visibile dal Chiostro grande o dalla terrazza che vi si affaccia, ha forma semicircolare in basso che diventa poligonale in alto. Fiancheggiata da due piloni cilindrici, vi si aprono finestroni gotici.

La tomba si trova in una cripta sotto la Basilica. Il percorso permette di girargli attorno e, per chi volesse pregare, sono a disposizione delle panche e delle sedie. Nel percorso attorno alle reliquie del santo vi sono altre tombe di frati, scavate nella roccia.

Torniamo alla Basilica inferiore e una scalinata di marmo ci conduce al cortile interno. Dei portici costeggiano la struttura affacciandosi su un cortile quadrato con al centro quello che un tempo doveva essere il pozzo da cui attingevano l’acqua. Il negozio di souvenir gestito da frati francescani è immenso e molto fornito, così decidiamo di visitarlo ed effettuare acquisti.
Una volta riuniti saliamo una scala di marmo che ci condurrà alla Basilica superiore. Una parte di essa è transennata a causa del crollo causato dal terremoto del settembre del 1997, che causò profonde lesioni alla Basilica superiore con il crollo della volta in due punti (che provocò la morte di due frati e di due anziani coniugi, ricordati con un'iscrizione nel pavimento all'ingresso della basilica) e ingenti danni al timpano sud del transetto: 130 metri quadrati di affreschi medievali furono ridotti in frammenti. In particolare, crollò parte degli affreschi sulla volta della prima campata: il San Girolamo (attribuito da alcuni a un giovane Giotto), dove erano raffigurati i Quattro dottori della Chiesa; la figura di San Matteo, sulla volta raffigurante i Quattro evangelisti di Cimabue; inoltre, la Volta Stellata, ridipinta nell'Ottocento. Sull'arco di controfacciata e sul costolone, anch'essi crollati, rovinarono a terra otto figure di santi e altre decorazioni. La basilica rimase chiusa per due anni per i necessari lavori di restauro.

Gli interni della basilica superiore mostrano i caratteri più tipici del gotico italiano: archi a sesto acuti che attraversano la navata poggiati su semipilastri a fascio dai quali si diramano costolature delle volte a crociera e degli arconi laterali che incorniciano le finestre. La parte inferiore invece è liscia e venne predisposta fin da subito per la creazione di una bibbia per i poveri, rappresentata dalla decorazione ad affresco iniziate solo nel 1288 che rappresentano i testi sacri della bibbia voluta da Francesco per essere “letta” anche dai poveri all’epoca analfabeti.
Leggendo in rete scopriamo che la Basilica superiore contiene la più completa raccolta di vetrate medievali d’Italia.

Assisi ospita anche un Tempio dedicato a Minerva

Tempio di Minerva

Il cosiddetto tempio di Minerva, di arte augustea, sorge ad Assisi (Asisium), in piazza del Comune, dedicato probabilmente ad Ercole ed eretto nel 30 a.C.. Fu trasformato in chiesa di Santa Maria sopra Minerva nel Cinquecento, con il relativo campanile, chiamato "Torre del Popolo". Risulta essere tra i templi romani meglio conservati del mondo antico. L'edificio appartiene alla tipologia del tempio prostilo-corinzio "in antis" (con pronao delimitato lateralmente dal prolungamento delle pareti della cella), con colonne scanalate poggianti su alti plinti quadrangolari, trabeazione e frontone. Il nome deriva da un'interpretazione posteriore, dovuta al ritrovamento di una statua femminile; è stata invece rinvenuta una lapide votiva dedicata ad Ercole.

Si è fatta, o meglio abbiamo superato l’ora di pranzo, così decidiamo dopo qualche fotografia di gruppo di tornare alla macchina, e per noi al baracchino della porchetta per sfamarci e riprendere il viaggio.

Il tragitto procede tranquillo verso Terni e una volta giunti all’hotel, poco fuori la città, andiamo in piscina con la nipotina ed il nipotone. Per cena abbiamo prenotato a Rieti in un ristorante in cui sono già stati tutti tranne me, per mangiare a loro dire la Cacio e Pepe più buona in assoluto.

Tale affermazione ha avuto piena conferma poco dopo, come si può chiaramente evincere dalla foto seguente...

Il mattino dopo, fatta la colazione, chiuse le valige e lasciato l’hotel ci dirigiamo alla Fiera del Peperoncino.
Parcheggiamo fuori dalle mura della città di Rieti e le costeggiamo per entrare dalla prima porta che troviamo. Da lì l'inizio della fiera non dista molto.

La procedura del GreenPass è veloce anche qui, e in men che non si dica stiamo passeggiando per le bancarelle dai profumi incredibili: caciotte, pecorini, guanciali e ovviamente lui, sua maestà il peperoncino e altre spezie...
Acquistiamo tantissime piante, fra cui una di Moruga Skorpion (uno dei più piccanti al mondo), una di Carolina Reaper (il più piccante in assoluto), un Basilico di Montagna, una di More Selvatiche... e tante altre che ritireremo a fiera finita.

Decidiamo di pranzare in uno stand pugliese, specialità carne grigliata, e per dolce un vero cannolo siciliano. C’è proprio di tutto qui…
Consigliamo la fiera del peperoncino a chiunque ami il sapore piccante e vuole cimentarsi nella famosa Sfida del Diavolo (si assaggiano 10 salse al peperoncino in ordine crescente di piccantezza, vince chi resiste fino alla fine senza piangere!), ma anche a chi ha voglia di fare un’esperienza nuova e molto rilassante.

Inoltre, cosa da non sottovalutare, la città di Rieti è molto ricca di storia e incredibilmente affascinante.


Tornati a casa abbiamo cenato in pizzeria prima di salutarci e pensare al prossimo progetto del fantomatico Gruppo Vacanze Piemonte.



Album Fotografico Assisi: https://photos.app.goo.gl/22dUtYDejWyBX9ed7

Album Fotografico Rieti: https://photos.app.goo.gl/ourn8yVRQwBsa3fh8

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