Castello della Rancia


Vi capita mai di essere ossessionati da qualcosa?

Magari vorreste starvene tranquilli a risolvere i quotidiani problemi della vostra vita, o ad inseguire piccoli momenti di relax e spensieratezza... quand'ecco giungere inaspettato l'oggetto del vostro tormento.
Un po' quello che accade al protagonista in "Superfantozzi", quando durante il film ogni tanto all'improvviso si trova fra i piedi una specie di bilanciere in pietra, che pare inseguirlo attraverso gli anni.
Badate bene, non stiamo parlando di un invaghimento di qualche genere per un qualcosa che ci tormenta, ma piuttosto il saltuario quanto imprevisto riproporsi di un'entità fisica tangibile che incuriosisce e ci richiama alla sua conoscenza.
Ecco, l'oggetto della nostra ossessione è stato per un periodo il Castello della Rancia.


Tutto è iniziato qualche anno fa, quando andammo a visitare le Lame Rosse (vedi sezione riservata).
In quell'occasione passammo per una superstrada (la SS77) che costeggia un fantastico e maestoso castello, molto ben tenuto. Le sue torri merlate, le possenti mura di recinzione e la sua strana dislocazione in una vallata attirarono fin da subito la nostra curiosità, così ci informammo istantaneamente su questa meraviglia impegnandoci di inserirla fra le mete dei nostri futuri tours.
L'anno dopo andammo in Toscana, ed il caso volle che ripercorressimo proprio quella superstrada e che vedessimo proprio quel castello. Si riaccese la nostra sete di conoscenza, la nostra voglia di esplorare e ci ripromettemmo di visitarlo entro un anno.
Ma poi sopraggiunse il Covid, il lockdown, il blocco delle regioni e lo stop ai viaggi...
Appena ci fu modo di ripartire ci fiondammo a Firenze inseguendo il bello e l'arte, ed ecco apparire lungo la stessa superstrada il nostro castello. Lui era lì che ci aspettava, e ogni volta ci mormorava all'orecchio "Venite... venite...".
Ma non fu quella l'occasione giusta, e neanche quando andammo a Rieti passando... indovinate un po'? Esatto, per la solita superstrada che costeggia il solito favoloso castello.
Vedete? Ecco cos'è un'ossessione. Quel maniero tornava improvvisamente nelle nostre vite, come uno strappo da cucire o un nodo da sciogliere. Dovevamo chiudere un cerchio e assecondare il suo richiamo!
Si, ma quando?
Intanto passarono i giorni, ed i mesi...

Ad Aprile 2022 viene a trovarci il Papli (papà di Maila).
Con lui tempo fa visitammo le Grotte di Frasassi e la Chiesa di Santa Maria della Rocca ad Offida.
E' un ottimo compagno di viaggio e ci siamo riproposti di ripartire tutti insieme per una breve gita nei dintorni.
Ma dove? ... Quale miglior meta del Castello della Rancia?
Quando lo pianificammo quasi ci scapparono delle lacrime: finalmente avremmo risposto alla famosa "chiamata del destino"!



Giungiamo al castello all’ora esatta dell’apertura e in cassa scopriamo che la visita guidata è solo su prenotazione.
Poco male: a quest'ora i visitatori sono pochi (praticamente si contano sulle dita di una mano) così la cassiera, mossa un po' dalla pietà per la nostra sprovvedutezza ed un po' dalla voglia di raccontare i segreti del posto, inizia ad intrattenerci narrando brevemente la storia del castello. 


Conosciamo così come mai questa roccaforte è stata edificata in una vallata anziché sul cucuzzolo di una montagna, dove sarebbe stata molto più difendibile da attacchi esterni: in origine era una specie di granaio che asserviva la vicina Abbazia di Fiastra. Col tempo è stato fortificato diventando una dimora estiva dei signori locali, per poi essere trasformato dai monaci Gesuiti in casa colonica, con funzione di ostello per i viandanti (una sorta di antico autogrill lungo la strada che congiungeva l'Umbria settentrionale e la Toscana al mare Adriatico). 
La nostra disponibile ed improvvisata guida ci rivela inoltre che un tempo il castello era dotato di fossato e di un ponte levatoio. Oggigiorno il tracciato del fiume Chienti, che passa lì vicino, s'è spostato ed il fossato è prosciugato, ma è ancora visibile il vecchio alveo denso ora di una rigogliosa vegetazione.
Altra chicca che ci viene regalata è che il castello era dotato di un profondo pozzo di approvvigionamento che raggiungeva una vena acquifera posta oltre 20m sotto il suolo e che assicurava, in caso di assedio prolungato, una riserva di acqua potabile riparata da eventuali avvelenamenti esterni.

Mentre la signora in cassa snocciola tutte queste notizie noi realizziamo una scoperta strepitosa: essendo al momento gli unici visitatori presenti, abbiamo un intero castello a nostra completa disposizione! Potremmo girarlo come meglio ci aggrada, soffermarci nelle varie stanze il tempo che desideriamo, spulciare ogni piccolo angolo nascosto e godere in totalità della fantastica vista dalla sua sommità.
E così abbiamo fatto!

Entriamo nel cortile dove è contenuto il famoso pozzo, e ne ammiriamo l'architettura e l'ampiezza. Saliamo alcune scale alle nostre spalle ed arriviamo al loggiato del primo piano, dove si trova un grande salone arredato con teche, statue ed effigi: è il Museo Civico Archeologico del Castello della Rancia, in cui sono conservati antichi reperti che raccontano la vita rurale e sociale di epoca romana e tardo antica.












Sullo stesso piano si apre poi un altro grande salone, una sorta di aula didattica in cui è ricostruito un tipico accampamento di epoca preistorica, con teche in cui sono raccolte primitive punte di freccia e utensili. Vari schermi mostrano video sulle antiche tecniche di lavorazione della pietra, su come si creava un focolare da campo e come procedeva la vita nelle comunità di un tempo, ciò che si cacciava e le piante di cui ci si cibava.
Al piano terra una ulteriore sala è riservata all'esposizione di materiali preistorici e preromani rinvenuti nelle necropoli del Piceno.




La sommità del mastio non è raggiungibile per questioni di sicurezza, ma dalle scale che portano al secondo piano ne si può ammirare la maestosità.
Al secondo piano è ospitata la Mostra Permanente dedicata alla Compagnia della Rancia, una famosa compagnia di prosa del luogo che ha portato al successo tantissimi spettacoli nei più prestigiosi teatri d'Italia. 
E' una esposizione molto suggestiva che mostra al pubblico i vari costumi di scena, le parti di scenografie, i bozzetti utili a creare le loro rappresentazioni fra cui, per citarne alcune, troviamo Cats, Quattro spose per quattro fratelli, Grease, Mary Poppins, Happy day’s, Aggiungi un Posto a Tavola, Frankenstein Junior e chi più ne ha più ne metta.
Il tutto attorniato dalle locandine originali e da innumerevoli foto di scena in cui si riconoscono i maggiori attori italiani del nostro tempo.







Oltre il salone della mostra troviamo altre scale che stavolta ci fanno scendere riportandoci al cortile iniziale passando per una piccola cappella in stile barocco costruita dai frati Gesuiti.

Purtroppo il mastio ha subito dei danni con il terremoto del 2016 pertanto la visita non è consentita per ragioni di sicurezza, ma la cassiera-guida ci ha raccontato che il duca lo fece innalzare fino a 34 metri e che al secondo piano vi erano gli appartamenti signorili, al terzo quelli della servitù e al piano terra quelli del fattore.

Usciti dal castello decidiamo che meritano una bella esplorazione anche i suoi dintorni, così prendiamo un sentiero che lo costeggia tutto ed iniziamo a praticarlo.
Subito si apre ai nostri occhi un'immensa vallata, in cui lo sguardo sembra poter spaziare all'infinito. Il vento pare giocare con l'alta erba più avanti, che ondeggia placida per tutta la valle e si ha come l'impressione di trovarsi di fronte ad uno sconfinato lago di infinite tonalità di verde.
Sul retro del castello troviamo una specie di arena: è qui che a Maggio ogni anno si allestisce un palco in vista della rievocazione storica più importante della zona, quella della battaglia di Tolentino avvenuta in queste terre il 2 e 3 maggio 1815.
Nella fantastica location del castello si svolgono concerti nel periodo estivo ed è meta ambita per matrimoni e convention.

Cosa si vuol chiedere di più ad una simile meraviglia?

Album Fotografico: https://photos.app.goo.gl/1GLZXm9X8opwbJgB8

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