Transiberiana d'Italia
Suggestiva tratta ferroviaria che attraversa l'Abruzzo ed il Molise a bordo di treni storici e dal fascino antico
Durante la cena di Capodanno con amici e parenti per ingannare l'attesa della mezzanotte si è soliti, tra una portata e l’altra, toccare gli argomenti più disparati, da quelli più "seriosi" alle semplici storielle di paese. E poi si beve, si continua a mangiare e si ride... il tutto in un crescendo di armonia e spensieratezza. Come deve essere, e come è giusto che sia.
In questa atmosfera così gioviale ad un certo punto uno dei commensali se ne esce con la classica domanda "Voi che fate all'Epifania?". Posti di fronte ad un tale quesito, due viaggiatori "di esperienza" come noi colti alla sprovvista hanno essenzialmente due strade da intraprendere: la prima è mentire spudoratamente sui propri piani ed inventare all'istante una meta fingendo di averla programmata da tempo; la seconda strada è quella di ammettere la propria carenza e di essere aperti a nuove proposte.
Essendo la nostra onestà imprescindibile abbiamo propeso per la seconda via, e questa ci ha condotto nella fantastica avventura della "Transiberiana d'Italia".
La Transiberiana d'Italia è una suggestiva tratta ferroviaria che attraversa l'Abruzzo ed il Molise a bordo di treni storici e dal fascino antico. Partendo da Sulmona ed arrivando ad Isernia si attraversano paesaggi mozzafiato fatti di impervie salite fra alte gole di montagna, piccoli borghi caratteristici, ponti in pietra dalle grandi arcate, strette e buie gallerie che sfociano in ampie vallate rigogliose di vegetazione. D'inverno il panorama è ancora più incantevole grazie alla magia della neve, che a queste altitudini è abbondante e molto appagante. Ahinoi, il giorno dell'Epifania 2022 la neve era pressoché inesistente (l'avrebbe fatta in quantità qualche giorno dopo, ma Vabbè, mica si può avere tutto...).
Abbiamo scelto la tratta che partendo da Sulmona risale la Valle Peligna verso la Majella, passando per Roccaraso (nota località sciistica della zona) ed arrivando a Castel di Sangro, un piccolo paese conosciuto nell'antichità come "Porta d'Abruzzo" in quanto crocevia di viaggiatori e commercianti lungo la tratta che univa il Tirreno all'Adriatico.
Una volta saliti sul treno storico prima di accomodarsi sui caratteristici sedili in legno il nostro consiglio n°1 è quello di scegliere la seduta sul lato sinistro della carrozza rispetto alla direzione di marcia, perché è da qui che si ha la migliore visuale panoramica per fare le foto.
E se vi capitasse di avere una "Maila" in preda alla classica "Sindrome del giapponese in vacanza" che, accortasi di aver sbagliato lato di seduta, si fionda su di voi e vi usa come piedistallo...poco male: anche questo fa parte dello charme di questo viaggio.
Tutto sommato comunque il viaggio è confortevole.
Durante la marcia, i capitreno sono molto disponibili nel dare suggerimenti su cosa vedere e a colmare qualsivoglia curiosità dei passeggeri. Le guide a bordo inoltre sono pronte ad illustrare la storia dei luoghi che si attraversano, i vari itinerari proposti ed i luoghi di maggiore interesse, fornendo altresì preziose informazioni sulla durata delle soste del treno e sugli orari di partenza per le tappe successive.
Per noi la prima tappa della giornata è stata Castel di Sangro.
Infatti la ripartenza dalla stazione era fissata alle 14.00, e sole due ore e mezza per visitare il paese e mangiare sono davvero poche.
Oltre ad un piccolo mercatino natalizio Castel di Sangro offre altre peculiarità da visitare al turista: c'è la Basilica di Santa Maria Assunta che sorge nella parte più antica della città, la Chiesa di San Giovanni Battista edificata in stile barocco, la Pinacoteca Patiniana all'interno del Palazzo De Petra. E ancora il Castello Medievale che si erge nella zona più alta della città, o il Museo Civico Aufidenate che nella cornice di un antico convento mostra una collezione di reperti archeologici rinvenuti nelle vicinanze. Veramente tante cose da vedere e poco tempo a disposizione!
Cercando di ottimizzare al meglio la visita abbiamo optato per una passeggiata lungo le viuzze del borgo fino a raggiungere la Basilica di Santa Maria Assunta. Da qui la strada continua per il Castello Medievale ed il relativo belvedere, ma a malincuore abbiamo deciso che era il caso di tornare indietro per andare alla ricerca del ristorante (quando si devono rispettare gli orari di tour organizzati si deve per forza di cose raggiungere un compromesso tra ciò che è bello vedere e ciò che è possibile vedere... è in queste situazioni che capisci che l'indipendenza non ha prezzo!!).
Aneddoto ristorante: abbiamo scelto il luogo del desinare tramite un accurato vaglio delle recensioni su internet. Ovviamente i posti più appetibili erano già tutti pieni, così un ottimo ripiego ci è sembrato un tale ristorante di cui non diremo il nome.
Complice l'ansia per la partenza prossima del treno ci presentiamo alla struttura con 15 minuti di anticipo, credendo non sia un problema.
SBAGLIATO!
Non permettono neanche che entriamo: con la scusa che i camerieri stanno mangiando ci invitano a tornare più tardi, senza neanche la possibilità di scegliere se rimanere ed aspettare dentro la fine del pasto dello staff.
Il tutto con tono scocciato che poco si addice ad un posto turistico dove l'accoglienza dovrebbe essere di casa.
Masticando amaro e zittendo l'orgoglio abbiamo ingannato l'attesa facendo un giro al mercato paesano, dove la fame è salita prepotente passando davanti alle bancarelle di formaggi, di affettati e della rinomata porchetta locale.
Ahinoi il personale del ristorante si è rivelato oltre che sgarbato anche incompetente, mostrando un servizio lento e non organizzato, con piatti mediocri e dal prezzo non proprio economico.
Un disastro totale insomma, che porta diretti al consiglio n°3: se durante una visita avete i minuti contati optate per un pranzo al sacco veloce e poco impegnativo. Vi rifarete poi la sera con una cena appagante.
Riprendiamo il treno appena in tempo per la partenza verso la seconda tappa di giornata: Campo di Giove.
Campo di Giove è un piccolo paesino abruzzese meta turistica sia invernale, per gli impianti sciistici che lo circondano, che estiva, con possibilità di passeggiate ed escursioni lungo svariati sentieri immersi nel Parco Nazionale della Majella.
All'arrivo in stazione troviamo ad accoglierci la banda del paese, che con musica ed allegria ci scorta fino alla piazza centrale della cittadina, dove per l’occasione delle festività natalizie sono state allestite delle bancarelle in legno che vendono prodotti tipici del territorio e souvenir vari.
Uno dei capitreno, nativo del luogo, si offre per fare da cicerone al piccolo borgo.
Illustra gli edifici storici che lo compongono, come Casa Quaranta, Palazzo delle Logge, Palazzo Nanni e Palazzo Ricciardi.
Fra aneddoti di vita vissuta e curiosità accompagna gli interessati a visitare la Chiesa Parrocchiale di Sant'Eustachio, la Chiesa di San Rocco e la Chiesetta Campestre di San Matteo.
Tutto molto affascinante. Unica nota stonata è che tutti i bar tranne uno sono chiusi. Magari tenere aperto durante le festività in presenza dei turisti organizzati potrebbe essere una chiave di volta per rilanciare l'interesse in tali luoghi.
Ci rifugiamo nell'unico bar aperto in cerca di un po' di ristoro e per scaldarci dal freddo che ora, all'approssimarsi del tramonto, si fa sempre più intenso.
Compriamo di tutto, o quasi, e prima di ripartire ci concediamo anche una crepe con Nutella.
La sera una volta scesi dal trenino decidiamo di cenare a Sulmona.
Come una gemma preziosa troviamo incastonata nelle viuzze del centro una pizzeria che, nonostante fosse piena, ci ha subito aperto una sala (e parte del cuore) facendoci sentire a casa.
Pizza buonissima e servizio davvero perfetto.
Sul treno si respira aria di un tempo che non c'è più, quando il viaggio era una conquista ed una costante avventura, e qualche piccola scomodità si accettava a fronte di posti davvero magnifici in cui immergersi.
Il nostro parere quindi non può che essere favorevole, un'esperienza che consigliamo vivamente. Adesso non vediamo l'ora di tornarci, stavolta con tanta e tanta neve la cui presenza, al pari del giudizio di Alessandro Borghese, può "confermare o ribaltare la classifica".
Album Fotografico: https://photos.app.goo.gl/8X2YaCuVL1m6ykNC6






















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