Roma 2019 - Weekend romano
"Roma è in perenne espansione, da generazioni. Ogni imperatore l’ha abbellita con nuove costruzioni e nuovi monumenti, cambiando gradualmente il volto della città. A volte, invece, il suo volto è cambiato radicalmente, anche a causa degli incendi, molto frequenti. Questa continua trasformazione di Roma proseguirà per secoli, con il risultato di farla diventare già nell’antichità un bellissimo “museo” all’aperto di arte e di architettura." Alberto Angela
Spesso sentiamo pronunciare una semplice frase molto suggestiva: "Ti conosco come le mie tasche".
Il significato è molto evocativo nella sua semplicità, in quanto accosta il conoscere una persona, un luogo o un oggetto a qualcosa che appartiene alla nostra sostanza più intima: le nostre tasche. Nelle tasche infatti ognuno di noi serba oggetti che gli appartengono e che lo accompagnano durante la giornata. Le tasche sono il ricettacolo fisico di ogni nostra necessità, un serbatoio di esigenze materiali di cui non possiamo fare a meno.
Ebbene, non so se capita anche a voi ma io a volte mi sorprendo a ragionare su questa frase ogni volta che la sento dire. In effetti io so quasi sempre (sottolineo il quasi perché a volte mi meraviglio delle cose che vi trovo e di cui non immagino neanche lontanamente il modo in cui vi siano entrate) dicevo che so quasi sempre cosa le mie tasche contengano.
Perché le mie tasche sono io, in esse si specchia la mia vita. Un fazzoletto spiegazzato, un vecchio scontrino, una moneta, un biglietto della metropolitana... qualunque cosa esse custodiscano è come se fosse una scia della mia esistenza, una testimonianza di ciò che ho fatto o che dovrò fare. Sono importanti le tasche, ed è importante conoscerle bene per conoscersi bene. Ecco, Roma è la grande "Tasca d'Italia", un luogo in cui è raccolta la nostra storia, l'essenza che ci contraddistingue.
Conoscere Roma aiuta ad avvicinarsi a sé stessi, alla propria natura di italiani. Roma è un connubio fra ciò che eravamo e ciò che siamo. Un trampolino per ormeggi futuri nella traversata della nostra vita. In tutte queste elucubrazioni però mi sono accorto di non conoscere Roma pienamente, o almeno come merita. Da qui la necessità di approfondirne il "carattere" attraverso una serie di viaggi nei luoghi che più la rappresentano, inseguendone l'anima fra le vie ed i monumenti principali, fra i resti di un'epoca antica che ancora oggi riecheggia fra i clacson e i rombi delle moderne autovetture.
Perché Roma non si fa visitare solo col corpo, ma permette allo spirito di vagare libero oltre i confini materiali, riunendosi ad entità perenni che lì hanno vissuto e che vi dimoreranno per sempre. Con tali propositi e alte aspettative ci accingiamo ad intraprendere questa straordinaria avventura nella più bella e affascinante capitale del mondo.
1° Giorno
Arriviamo in pullman alle 10:40 a Tiburtina. Una volta scesi dal bus e comprati i biglietti della metro, decidiamo di andare al B&B a lasciare i bagagli prima di tuffarci alla scoperta della città. Espletate le formalità del Check-In ci ritroviamo in strada. Per la nostra "avventura" romana abbiamo optato di usare per gli spostamenti due mezzi soltanto: la metropolitana ed i piedi! Perché è proprio con la fatica ed il sudore che si fanno le conquiste più belle, e Roma va conquistata e vissuta così!
Scendiamo dalla metropolitana al Circo Massimo, la nostra prima meta. In piena modalità turista (zaini in spalla, cartina alla mano e reflex pronta), ci tuffiamo nella storia come in nessun altro posto se non qui si può fare.
Ciò che appare davanti ai nostri occhi, dietro un cancello che regola l’afflusso, è uno spiazzo circolare in terra in cui si celebravano gare e giochi equestri. Oggi le platee costruite all’epoca per assistere alle corse non ci sono più, ma non è difficile capire come fosse la struttura: si respira ancora l’atmosfera ormai perduta di quando grida concitate e schiamazzi incorniciavano le gesta dei più grandi corridori di un tempo. Bighe e quadrighe a darsi battaglia, tirate da purosangue di razza dalla perfetta muscolatura scolpita sotto manti lucenti.
Per quanti volessero vedere la piena magnificenza di questo luogo, oggigiorno ridotto ad un insieme di rovine, possono fare affidamento a dei visori interattivi che ricostruiscono gli spalti distrutti e la pista di corsa così come appariva agli antichi romani.
Guardando l’arena a destra vegliano su di lei le Terme Severiane, un'imponente struttura termale dell'epoca di Domiziano.
Terme Severiane
Situate nell'area delle costruzioni severiane, le terme sono situate nella parte più interna. Accertato che l'edificio termale risale all'epoca di Domiziano che volle dotare il Palazzo imperiale di grandi terme a dimostrazione troviamo gli ambienti intermedi (in buona parte ancora interrati) risalenti all'età domizianea. La zona termale, situata nella parte alta dell'edificio, è stata costruita nei periodi successivi, tra i quali il più importante è quello risalente a Settimio Severo, come dimostrano i bolli laterizi recuperati; la costruzione è continuata fino all'epoca di Massenzio. La presenza di tramezzi, aggiunte, rinforzi e ristrutturazioni di vari tipo, soprattutto nei piani interni, testimoniano che le costruzioni sono state il frutto di numerosi interventi e non un singolo progetto. Si possono ancora vedere all'interno i resti di vasche, canalizzazioni e sistemi di riscaldamento che erano tipici delle terme romane; i resti architettonici hanno fatto comprendere che la decorazione interna fosse ricchissima: ne sono esempi i capitelli e le colonne poste al piano terra.
Circumnavighiamo il Circo Massimo alla sua sinistra attraversando la strada al belvedere di Romolo e Remo. Entriamo in una stradina leggermente in salita che attraversa il "Roseto di Roma capitale", un giardino botanico che racchiude rose di tutto il mondo, e svoltiamo a sinistra. La strada si arrampica leggermente.
Sotto un cielo grigio che si va rannuvolando sempre più superiamo il Monastero delle Benedettine Camaldolesi, il Giardino degli Aranci (in cui torneremo riscendendo), e la Basilica di Santa Sabina all'Aventino con la sua torre campanaria del 442 d.C., fino a raggiungere il "Buco della Serratura" nel cancello del giardino del Priorato dei Cavalieri di Malta.
Da qui, attraverso il pertugio del portone bronzeo del Priorato, si può godere di una intima vista sulla cupola della basilica di San Pietro, e la sensazione è appunto quella di spiare in segreto una simile bellezza architettonica.
Villa del Priorato di Malta. Se la porta della villa è chiusa troverete sicuramente delle persone in fila. Stanno aspettando di poter poggiare l’occhio sul grande portone e di guardare attraverso il buco della serratura. Qui si può ammirare una splendida prospettiva della Cupola di San Pietro, che appare lungo il viale dei Giardini dell’ Ordine, costeggiato da alberi. La vista è davvero emozionante sia di giorno che di notte, e inaspettata per chi non ne è a conoscenza. Il buco della serratura è infatti un gioco prospettico che può rendere la vista della Cupola diversa dal solito, ed emozionante.
Il tempo minaccioso e cupi rimbombi di tuoni in lontananza hanno tolto un po' di "spavalderia" ai turisti stranieri, col risultato che questi posti "magici" non sono ora tanto affollati, permettendoci così di scattare meravigliose foto e di evitare lunghe code di attesa.
Ormai però è giunta ora di pranzo, già da un po' in effetti. Decidiamo di tornare al Belvedere per prendere da mangiare da un camioncino degli ambulanti, ma prima di farlo passiamo dalla bocca della verità, la cui fila è così lunga che scattiamo due foto "di circostanza" al volo e proseguiamo, direzione cibo. Il pensiero ormai è fisso...
Intanto è arrivata la pioggia, e con lei un aumento del traffico (cosa negativa) ed un meraviglioso profumo di terra umida (cosa strapositiva).
Terminiamo il giro intorno al perimetro del Circo Massimo per svoltare a sinistra al semaforo in via di San Gregorio e passare davanti al Palatino e ai resti della costruzione, una delle parti più antiche della città, che ci porterà al Colosseo, conosciuto nell'antichità come Amphitheatrum Flavium, Anfiteatro Flavio.
Oggi una manifestazione al Colosseo ci fa scappare in fretta per evitare imbottigliamenti, così percorriamo i Fori Imperiali in direzione del centro. Qui è difficilissimo tenermi in riga e disciplinata, saltello da un lato all'altro della strada, cercando di vedere e fotografare tutto (non ci riuscirei mai nemmeno in mille vite, lo so...).
Giungiamo all'Altare della Patria decidendo di entrare, io ho un debole per questo maestoso monumento, Pasquale visto il mio entusiasmo mentre fotografo ogni cm del monumento mi propone di entrare, vuoi non accettare?!? L'ingresso è gratuito, c'è la possibilità con un ascensore di salire al terrazzo panoramico al costo di 7€, però visto il tempo piovoso decidiamo di riservarci la terrazza alla prossima visita, confidando in una giornata soleggiata...
All'interno del monumento troviamo anche il Sacrario delle Bandiere, che è uno dei musei delle forze armate italiane in cui sono raccolte e custodite le bandiere di guerra dei reparti disciolti, delle unità navali radiate dal quadro del naviglio dello Stato, nonché le bandiere degli Istituti militari e delle unità appartenenti ai corpi armati dello Stato. Vi sono alcuni antichi vessilli ridotti a brandelli dal tempo, dalla guerra... pezzi di stoffa in cui sono intessute le lacrime ed il sudore di giovani soldati che hanno combattuto per ciò che noi chiamiamo ora Libertà.
Avendo già percorso km a piedi (manco fossimo legionari romani in marcia verso i confini dell'impero), ci siamo meritati una pausa merenda con capatina in bagno: anche le vesciche più allenate necessitano di essere svuotate!
Il nostro vagabondare poi riprende e ci porta alla perlustrazione del centro. Seguendo Corso Vittorio Emanuele II e girando in Via dei Cestari ci ritroviamo alle spalle del Pantheon, tempio dedicato a tutte le divinità passate presenti e future, oggi basilica cristiana. Entriamo senza troppa fatica sfruttando il fatto che sta per cominciare la messa delle 18.00: presto l'ingresso verrà chiuso per permettere alla celebrazione di svolgersi senza il consueto afflusso dei turisti, lasciando praticabile la sola uscita per chi non volesse partecipare alla cerimonia.
Facciamo così un tour veloce, scattiamo qualche fotografia e usciamo. Se ci fosse stato il tempo avrei voluto ripercorrere i passi di Robert Langdon nel libro "Angeli e Demoni" di Dan Brown, anche se alla fine la tomba di Raffaello Sanzio siamo riusciti a vederla.
Ormai fuori sta scendendo la sera.
Vorremmo finire di visitare il centro per dedicarci domani ad altre mete. In realtà vorrei stare qui un mese e cercare di vedere il più possibile, ma al momento non è fattibile.
Per andare alla famosa scalinata di Piazza di Spagna passiamo per la Fontana di Trevi.
Il rumore dell'acqua che cade nelle sue vasche si confonde col vociare dei turisti intenti come noi ad ammirare la raffinatezza delle statue che la adornano ed a lanciare monetine cariche di desideri.
Sfruttando lo spazio lasciato libero da un gruppo di persone sulla destra ci insinuiamo fra la folla conquistando un piccolo spazio, sufficiente però per ammirare da vicino la più grande fontana romana costruita da Nicola Salvi sulla fiancata di palazzo Poli. Più tempo passo a Roma ad ammirare sculture e antichità e più mi sento formichina nel mondo...
Ormai è davvero buio e nonostante la pioggerella che è tornata ad innaffiare la nostra gita, proseguiamo imperterriti ed arriviamo alla scalinata di Piazza di Spagna dall'alto.
Decido di mettere via la reflex e di provarci col cellulare, meglio di niente... qualcosa ho catturato, come potete constatare voi stessi dalla foto qui sotto.
Piazza di Spagna
Le scale della piazza, costruite all’inizio del XVIII secolo per collegare la piazza con la Chiesa della Trinità dei Monti, sono l’elemento più caratteristico di Piazza di Spagna.
Nel mondo della moda sono ben noti i 135 gradini della piazza, poiché vi si celebra la famosa sfilata Donne Sotto le Stelle. Quest'evento si tiene verso la metà di luglio, data in cui Piazza di Spagna si veste di gala.
È piacevole sedersi sugli scalini di Piazza di Spagna, un luogo d’incontro per molti romani e di meritato riposo per i turisti.
Fontana della Barcaccia La fontana che occupa il centro della piazza fu ideata da Pietro Bernini per Papa Urbano III. La sua costruzione fu conclusa nel 1627 da suo figlio, Gian Lorenzo Bernini.
La Fontana della Barcaccia ha la forma di una barca e vi troviamo incisi gli emblemi della famiglia Bernini: i soli e le api.
Il primo giorno (o tour de force che dir si voglia analizzando il dolore ai muscoli delle gambe che ne è conseguito) si conclude riprendendo la metropolitana direzione B&B. Dopo un po' di relax, doccia e altro relax andiamo a cena al ristorante Pepe, un incantevole ristorantino nei pressi del teatro Ambra Jovinelli.
Un'abbondante cena tipica romana ha sancito la fine del nostro primo intenso giorno nella Capitale. Abbiamo brindato alle mille bellezze ammirate con un sontuoso vino dei Castelli Romani, un rosso nettare delizioso che ha incorniciato degnamente questa nostra incursione nella città eterna.
2° Giorno
Una cosa che non ho menzionato è che poco distante dal B&B in cui abbiamo pernottato si trova il giardino dell'Acquario Romano. Questa è una costruzione classica di fine '800 riccamente decorata con statue ed immagini di carattere ittico e marino. Molto caratteristico è il suo giardino, un piccolo spazio verde ben curato e fornito di aiuole di fiori, sentieri in ghiaia ed in cui si possono ammirare i resti di una grande fontana che un tempo metteva in comunicazione l'interno con l'esterno dell'edificio, e che fungeva da filtro per le grandi vasche di pesci d'allevamento contenute nei sotterranei della struttura.
Lo abbiamo scelto come nostra prima tappa di oggi. Così finita la colazione, recuperato le nostre cose e lasciato i bagagli alla reception, liberiamo la camera e affrontiamo la giornata pronti e certi di uscirne più ricchi di belle esperienze anche oggi. Passiamo davanti ai giardini nel momento in cui stanno aprendo i cancelli. Ovviamente visitiamo solo il giardino, sia perché vogliamo dedicare la giornata al Vaticano e a San Pietro sia perché questa domenica non sono previste mostre (:P, una mega linguaccia al nostro tempismo e a non aver pianificato tutto con cura).
Raggiungiamo la metropolitana e saliamo sulla linea 1, direzione Battistini, per scendere a Ottaviano, la fermata più vicina alla Basilica di San Pietro.L'ultimo pezzo lo percorriamo a piedi insieme a molti altri turisti con la stessa meta.
CURIOSITA': lungo la strada si susseguono, instancabili, bancarelle e negozi che vendono accessori e gadget per il cosiddetto "turismo religioso". Oltre il fatto che la maggior parte di queste attività è ormai gestita da stranieri ed extracomunitari (è suggestivo il contrasto che oggetti che rappresentano una così alta romanità siano venduti da persone così poco romane), la cosa che più ci ha colpito è stata però la diffusissima "offerta del rosario": 1 rosario 1€, 12 rosari 10€. Perché mai uno debba acquistare non uno, non due ma ben dodici rosari è una cosa che mi ha dato molto da pensare...
Man mano che camminiamo la cupola si fa sempre più vicina. La folla che ci accompagna non è molta, e l'ingresso alla piazza attraverso i metal detector è veloce.
Ci troviamo in uno spiazzo che sembra costruita da giganti, con alte e dritte colonne che svettano verso il cielo. All'ingresso della basilica non c'è coda, così ci accingiamo subito ad entrare.
Dentro la mia sensazione di piccolezza aumenta guardando il maestoso decoro nella parte bassa del soffitto del porticato della basilica: è incredibile quanto amore riescano a trasmettere certe decorazioni in freddo marmo, la dedizione per i dettagli, i più piccoli particolari, la prospettiva impiegata nel costruire un soffitto così arcuato... tutte cose che lasciano senza parole.
Entriamo nel gigantesco portone intarsiato e finemente decorato.
Già so che finirò le parole molto presto, così lascio spazio alle visioni ed agli scorci rubati con la macchina fotografica, che renderanno di certo più giustizia di quanta riesca a fare ogni mia possibile descrizione.
Sono innamorata dell'architettura e della maestosità di costruzioni come questa piazza e della Basilica, che durano nel tempo e trasmettono un non so che di pace e stupore.
Una volta finito di visitare la Basilica ce la lasciamo alle spalle dirigendoci verso Castel Sant'Angelo. Attraversiamo Ponte sant'Angelo e girovaghiamo per le viuzze di Trastevere. Torniamo sul lungofiume e ci dirigiamo verso il centro.
Abbiamo le ore contate per non rischiare di perdere il pullman, ma nonostante tutto riusciamo a ritagliarci del tempo per visitare Piazza Navona, in cui troviamo uno spettacolo di bolle di sapone ed artisti di strada che ci rapisce letteralmente con la sua poesia.
Piazza Navona
È una delle piazze più care ai romani e ai turisti, il luogo ideale dove intrattenersi stando comodamente seduti al tavolino di un bar tra sculture e architetture barocche.
Piazza Navona sorge nel luogo dell’antico stadio di Domiziano (da qui la sua forma ovale), voluto dall’imperatore per ospitare le gare di atletica (agones). Fino al XIX secolo, nella piazza furono organizzati spettacoli ludici e sportivi. Nel mese di agosto la piazza veniva allagata chiudendo gli scarichi delle fontane, per offrire un po’ di frescura ai romani. L’attrazione principale di Piazza Navona è la Fontana dei Quattro Fiumi, opera di Gianlorenzo Bernini del 1651 (il Gange, il Danubio, il Rio della Plata e il Nilo) rappresentati da quattro giganti disposti su una roccia piramidale dalla quale si eleva un obelisco romano. Di fronte alla magnifica fontana sorge la chiesa di Sant’Agnese in Agone dalla facciata concava, progettata dal Borromini per dare risalto alla cupola. Abbelliscono la piazza altre due fontane e precisamente, la Fontana di Nettuno o dei Calderari, all’estremità settentrionale, e la Fontana del Moro che fronteggia Palazzo Pamphilj (a sud della piazza), disegnate da Giacomo della Porta.
Giungiamo in Campo dei Fiori, molto affollato per il mercato e i tanti ristorantini turistici con i loro caratteristici "buttadentro" che irretiscono chiunque passi nei pressi per invitarlo ad entrare. Superate le più disparate rivendite ambulanti di casalinghi, frutta, vestiti ecc.. scorgiamo una hamburgheria in stile americano, ed ecco che la voglia di hot-dog nasce in me e si fonde alla perfezione con le tante meraviglie romane viste in questi giorni, ed il risultato è una perfetta simbiosi, un connubio straordinario in omaggio a "Un Americano a Roma" di Alberto Sordi (senza i provocatori maccheroni però!).
E' il posto designato per il nostro pranzo: ci ha scelto, allo stesso modo che succede quando vai a scegliere un cucciolo da adottare ed è lui a scegliere te...
Soddisfatti e con le panze piene decidiamo di attraversare tutta Roma in senso trasversale per ritornare al B&B a recuperare le valigie, sempre a piedi ovviamente (ve lo consigliamo caldamente: passeggiate, passeggiate e ancora passeggiate per le vie ed i vicoli di questa città! Certo la fatica si farà sentire ma la gioia che ne trarrete e le conoscenze che farete ne saranno sicuramente valse la pena). Il tempo a nostra disposizione per le strade di Roma si sta esaurendo, abbiamo però ancora modo di passare attraverso il sito archeologico dei Templi di Apollo Sosiano e di Bellona, sbuchiamo alla destra dell'altare della Patria e proseguiamo oltre alla volta delle valigie lasciate e del Pullman.
Come detto a inizio articolo vedere tutta Roma in due soli giorni non è assolutamente possibile.
Ne abbiamo però visitato alcuni dei luoghi più caratteristici, col proposito di tornarci quanto prima per aggiungere altre tappe importanti. Sebbene il tempo a disposizione era limitato abbiamo cercato di ottimizzarlo al meglio, e ripartiamo più ricchi in conoscenza di quando siamo arrivati. Passeggiare nella città eterna, o marciare per vedere più cose possibili come faccio io quando penso che il tempo a disposizione è tiranno, mi ha lasciato una sensazione di piccolezza dell'essere umano in prospettiva alle costruzioni "eterne" che abbiamo ammirato, dalle dimensioni giganti e con una storia che lascia senza fiato.
Cercare On-line la storia dei monumenti e dei siti archeologici ammirati in questi due giorni ha nutrito ed accresciuto la mia curiosità e la mia voglia di scoprire e studiare altro.
Non vedo l'ora di ripartire!
Dove abbiamo dormito:
B&B Biancaluna - Via Principe Amedeo 149 Stazione Termini
Dove abbiamo mangiato:
Ristorante Pepe - Via Guglielmo Pepe, 39
The Drunken Ship - Piazza Campo de' Fiori, 20/21
Con cosa abbiamo viaggiato:
FlixBus
Album Fotografico: https://photos.app.goo.gl/7xDZG9hC8M9kpRzd9




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