Grotte di Stiffe
Un pomeriggio di agosto, dal clima non molto da spiaggia, piovoso in realtà, decidiamo di partire e andare a visitare le Grotte di Stiffe. "Ma non è che ci muoviamo solo con la pioggia?", chiede il Pasqui, che poi aggiunge "Temo che se non piovesse mai staremmo sempre chiusi nello stesso posto. Forse sotto sotto siamo lumache...o funghi!".
Le grotte di Stiffe sono un complesso di grotte carsiche situate nei pressi di Stiffe, nel territorio del comune di San Demetrio ne' Vestini (AQ), in Abruzzo, comprese all'interno del parco naturale regionale Sirente-Velino. Le grotte sono state rese accessibili al pubblico dal 1991 e costituiscono oggi uno dei principali siti naturalistici del territorio aquilano.
Ad ogni modo riusciamo ad unirci in extremis al numeroso gruppo per la visita, appena in tempo per indossare e regolare i caschetti protettivi e per ascoltare le preziose raccomandazioni della guida, come quella che all'interno sono poche le fotografie permesse e le stanze dove ci si può sbizzarrire a immortalare questa magica esperienza. A differenza delle Grotte di Frasassi in provincia di Ancona, queste grotte sono attraversate da corsi d'acqua i quali nel tempo hanno formato le stanze erodendone le rocce. La lunghezza complessiva è di oltre 1000 metri ma ne sono aperti al pubblico solo 700.
L'ingresso delle grotte mi riporta un po' ad un Grand Canyon in miniatura, come quello dei film western che mio padre mi faceva vedere quando ero bambina. Un'apertura nella roccia a strapiombo con un altezza di circa 100 metri ci accompagna all'interno costeggiando una piccola cascata di acqua che ci delizia col suo movimento fresco e allegro, anticipandoci la colonna sonora che udiremo per tutto il tour. Le gocce che cadono fanno rivivere il formarsi delle stalattiti e stalagmiti. Dentro la grotta si concentra l'attenzione del turista sul fiume che scorre al suo interno, a tratti sotterraneo per poi uscire allo scoperto accanto e sotto la passerella, esibendosi in tutta la sua maestosità nella sala della Cascata.
La cosa più curiosa dell'ingresso delle caverne è il bianco candido delle pareti, colore caratteristico delle rocce calcaree, che, poco più alto delle nostre teste, viene bruscamente cancellato dalle tonalità più scure che ci accompagneranno lungo tutta la grotta: questa colorazione è dovuta alla presenza di ossidi metallici che sono stati depositati dal fiume nella sua azione millenaria.
Proseguendo nella nostra visita incontriamo un canalone particolarmente interessante per le forme erosive presenti. Percorrendolo per qualche decina di metri costeggiando ed attraversando il fiume raggiungiamo la Sala del Silenzio.
La Sala del Silenzio è così chiamata in quanto per gran parte dell’anno il torrente in questo tratto si prosciuga, soprattutto in estate, rendendo ovattato e per l'appunto silenzioso, o quasi, questo enorme ambiente. Soprattutto in inverno la sala tende ad allagarsi con l'alto livello del fiume, così una grotta artificiale ci conduce all'ingresso alla Sala della Cascata.
La sala della Cascata è molto grande, ha un altezza di circa trenta metri, è una fantastica cassa di risonanza per la cascata, che, con un salto di venti metri, ci cattura con il suo lieve mormorio estivo, per poi, nei periodi invernali di piena, assordarci con la sua selvaggia bellezza. Qui le foto sono ammesse, senza flash per non deteriorare il PH delle pareti rocciose e calcaree. Mentre una volta per esplorare la grotta era necessario scalare la roccia della cascata, il percorso turistico ha creato un percorso comodo e sicuro per noi turisti curiosi. Un comodo belvedere ci mostra la stanza della cascata anche dall'alto, e si sa, l'occhio umano perde profondità e senso della misura nelle grotte, così' se dal basso i 30 metri di altezza della stanza non si notavano affatto dall'alto ci possiamo sentire sulle nuvole.
Oltrepassato il belvedere troviamo un passaggio caratterizzato da affilate lame rocciose, ed entriamo nella magica “Sala delle Concrezioni”.
La Sala delle Concrezioni qui, l'acqua torna a mormorare e le morbide linee delle stalattiti, che pendono dal soffitto creando morbidi drappeggi, mi riportano ai tendaggi nei castelli e ville ottocentesche
Il gocciolio che si sente in questa stanza ha un qualcosa di ipnotico, Tra lo scorrere del tempo scandito dalle gocce e le vele formatasi dalle goccia che scivolano contro la parete questa sala ha un effetto riflessivo che ci ricorda quanto sia breve la nostra storia davanti e queste concrezioni che crescono da migliaia di anni.
Il percorso continua e ci conduce verso le meraviglie successive e verso il “Lago Nero".
Siamo vicini alla zona più antica della grotta: sopra le nostre teste pendono i meravigliosi drappeggi di una grande e sinuosa vela, tutt’intorno le forme variegate di altre concrezioni. Poco più avanti quasi apparse dal nulla troviamo alcune stalagmiti, le testimoni più antiche della vita della grotta, la più alta raggiunge i tre metri di altezza.
lo sguardo vaga in questo paesaggio quasi alieno dalle forme e dai colori fino a posarsi li... il lago nero: placido, tranquillo, è sovrastato da una parete riccamente concrezionata l’angolo più nascosto e bello di Stiffe. Proseguendo il percorso imbocchiamo un piccolo tunnel che ci accompagna a un ambiente del tutto diverso, il calmo e fermo lago è solo un recente ricordo perché qui troviamo ammassi franosi a testimonianza che questa grotta è recente, e ancora in fase di modifica forse, mentre da lontano sentiamo un fragoroso boato di acque cadenti, ecco "L'ultima Cascata" un lago profondo cinque metri, una passerella con un piccolo "balcone", questa l'ultima sala. La guida ci fa accedere in fila indiana, permettendoci una breve sosta per qualche foto. Dopo un balzo di venticinque metri, le acqua acquistano una velocità tale che il fragore dell’impatto e lo spostamento d’aria rende impossibile parlare anche a breve distanza. Lo spettacolo selvaggio e quasi infernale è visibile dai visitatori delle Grotte dall’Agosto 2007, da quando, cioè, è stato permesso l’accesso al grande pubblico che potrà quindi vivere le emozioni forti ed inconsuete di solito riservate agli speleologi.
La sala dell’ultima cascata è molto grande, anche se di dimensioni ridotte rispetto alla prima, però accentua in modo suggestivo il getto d’acqua che prorompe da un’altezza di 20 metri.
Per maggiori informazioni: https://www.cascatadellemarmore.info/le-attivita-nel-parco/
Visita anche: https://photos.app.goo.gl/dchXiCBvXajFwb5Z8

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