Carassai
I centri fortificati di maggior rilievo erano quelli di Monte Varmine, Camporo e Carassai. In questo periodo la terra non aveva però la denominazione attuale, bensì quelle di “Guardia”, “Castrum Guardiae” o “Castrum Carnassalis”.
Il signore di Massa, insieme al “Scindicus” della comunità (sindaco dal tardo latino syndĭcus), sottomette e vende il castello di Carassai alla città di Fermo, con tutti i diritti di mero e misto impero che vi godeva. Da allora Carassai entrò a far parte dello stato di Fermo seguendone le sorti. Carassi divenne una piccola signoria, al confine tra gli Stati di Fermo e di Ascoli Piceno, quando signore di Carassai fu Boffo da Massa, un capitano di ventura, che aveva assoggettato anche Castignano, Cossignano e Porchia.
Nell’ottobre 1443, allorché le truppe di re Alfonso V d’Aragona si mossero per saccheggiare il castello di Petritoli, Carassi offrì ospitalità e rifugio agli abitanti.
Sempre compreso all’interno dei territori dello Stato pontificio fino al 1797, Carassai fu poi interessato alle varie vicende cui quest’ultimo fu sottoposto in seguito all’invasione francese della Marca prima e all’instaurazione del Regno d’Italia napoleonico dopo. Pertanto Carassai fece parte dapprima della Delegazione di Fermo, Distretto di Fermo, Governo di Montefiore fino al 1817, mentre dal 1827 passò nella Delegazione di Fermo ed Ascoli, Distretto di Montalto, come podesteria dipendente dal Governo di Montalto e infine dal 1831 nella Delegazione di Ascoli, ma sempre all’interno del Distretto e Governo di Montalto.
(Fonte: Wikipedia.org)
Le nostre scoperte a Carassai
Prima di metterci in viaggio ci siamo documentati su cosa Carassai avesse di storico culturale da offrire in modo da non rischiare di lasciare indietro nulla, così mappa mentale del tour da fare siamo partiti. Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio all’inizio del paese scoprendo una vista mozzafiato dal giardino che si trova proprio davanti a un ingresso per il centro storico.
Guardando i muri delle case si nota subito la storicità delle costruzioni, mattoncini nelle tonalità del beige si ergono sui muri delle case e anche nella pavimentazione di tutto il borgo. Passando sotto un arco con tre aperture troviamo l’inizio dei camminamenti militari, un tempo usato dai soldati per percorrere la lunghezza della città di nascosto dal nemico. Documentandosi si scopre che l’autorizzazione alla costruzione delle case subito a ridosso dei camminamenti è stata data molti anni dopo.
I Camminamenti Militari
edificati tra il Trecento e il Quattrocento, rappresentano il luogo più suggestivo di Carassai, sono in sostanza un passaggio semisotterraneo per le truppe che ha preso la forma attuale quando, nel ‘500, fu autorizzata dalle autorità fermane la costruzione di case a ridosso delle mura cittadine.
Uscendo dall’altra parte del camminamento prendiamo la strada sulla sinistra e attraverso un altra porta ad arco scorgiamo quello che è diventato un museo, che al momento era chiuso, e la torre dell’orologio e il castello vecchio, nel pieno del centro storico.
Torre dell'orologio
è una delle due opere realizzate su progetto del citato, architetto, urbanista Mariano Pallottini.
Castello Vecchio
è il nucleo più antico di Carassai che nel tempo è andato a costituire la Cittadella del Castello Nuovo. A pianta circolare, questo nucleo di abitazioni conserva un’atmosfera unica.
Alla fine del paese, dopo la chiesa di San Lorenzo Martire troviamo una scalinata che scende alla fine della quale si apre un giardinetto a strapiombo sulla valle, la cui vista toglie il fiato e ti fa sentire piccolo di fronte alla vastità della terra.
Chiesa di San Lorenzo Martire
situata nel Castello Vecchio, costruita interamente in laterizio, è documentata a partire dal 1419. Il campanile che svetta al di sopra dei tetti, è stato ricavato da una torre di avvistamento di origini medioevali. La chiesa ha assunto la configurazione attuale nel 1532, anche se sono evidenti i segni di interventi posteriori.
Altro monumento da vedere suggerito dalle guide online è la porta da Bore, che in realtà la si trova sotto al terrazzino panoramico visitato prima e che, ben felici di smarrirci per le vie, troviamo con non poca fatica, mi sono sentita un po’ Pollicino solo che non avevo lasciato nulla a segnare il tragitto già percorso. La prendiamo da fuori il centro storico, dove a terra non ci sono più i mattoncini ma il nero asfalto e auto parcheggiate.
Porta da Bore
La porta settentrionale del castello vecchio
Dal momento in cui si attraversano le porte della città di Carassai è come fare un viaggio indietro nel tempo ti dimentichi del mondo moderno, e ti immagini dama di corte o principessa in giro per il castello vecchio con dame di compagnia e guardie.
Il giro si conclude con un saluto al torrione Mariucci, ormai inglobato tra quelle che oggi sono abitazioni, probabilmente senza la ricerca fatta inizialmente e, devo ahimè ammetterlo, senza navigatore non lo avremmo mai trovato, anche perché lo si nota meglio dall’esterno delle mura del Vecchio castello, in quella che è la dura realtà della modernità e dell’asfalto ovunque.
Torrione Mariucci
una delle torri a forma di baluardo-pentagono risalente al XV secolo. Il Torrione presenta grosse cannoniere rotonde.
Lavatoi Pubblici
furono realizzati nei primi del Novecento con una tettoia dalle decorazioni al piombo e lavabi in travertino, dove le donne del paese si recavano a lavare i panni fino agli anni settanta.
Il nostro tour si è concluso qui, l’atmosfera respirata all’interno delle mura del castello vecchio, e il viaggio nel tempo, mai provato fino ad ora in nessun altro borgo visitato, o almeno non così intensamente, ci lascia ricchi di forti emozioni.
Per visionare l’Album completo cliccate qui: https://photos.app.goo.gl/dh5ucgvwGSWHBh2v5
Maila e Pasquale








Grazie per le belle parole spese a favore di Carassai, confermo che la parte antica "castello vecchio" è un luogo magico, il solo difetto è che non è sfruttato al massimo..
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