Grotte di Frasassi - Inghiottiti dalla terra...
Le grotte di Frasassi sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano nel territorio del comune di Genga, in provincia di Ancona. Il complesso delle grotte ricade all'interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi.
Il complesso è formato da una serie di grotte di cui la prima, visitabile dall'attuale ingresso, è l'Abisso Ancona, una enorme cavità che ha un'estensione di 180 x 120 m ed un'altezza di 200 m; è talmente ampia (oltre 2 milioni di m3 di volume) che al suo interno potrebbe essere contenuto senza problemi il Duomo di Milano.
Dal 1972 è sotto la tutela del Consorzio Frasassi, costituito dal comune di Genga e dalla provincia di Ancona, con l'obiettivo di salvaguardarne e valorizzarne la fruibilità scientifica e turistica.
Dal 1º settembre 1974 parte delle grotte è aperta al pubblico, divenendo nel tempo una delle maggiori attrazioni turistiche delle Marche
(Fonte: Wikipedia.org)
Agosto, il mese perfetto per la visita alle Grotte di Frasassi! Per il tempo? (chiederete voi). Per il numero di turisti? Per le lunghe giornate di sole?... No. Per la temperatura! Quando fuori vige un'afa da deserto del Gobi, quando miriadi di goccioline di sudore imperlano la fronte e partono a cadenza regolare scivolando su tempie, guance, collo fino ad arrivare sulla pancia e sulla schiena e via via inesorabilmente più giù...beh, è proprio in quei momenti di totale sconforto dal caldo, presi alla gola e schiaffeggiati dalla calura, che si ha bisogno di un'oasi fresca e ristoratrice. Le Grotte di Frasassi sono quell'oasi miracolosa!!!
Con una temperatura costante di 14° sia d'estate che d'inverno, le Grotte di Frasassi sono un rifugio sicuro dal clima esterno. Siamo arrivati al parcheggio turistico in un pomeriggio che minacciava pioggia. Come nelle migliori tradizioni estive, prima del grande temporale che si sarebbe scatenato da lì a poco la temperatura non è scesa neanche di una virgola, in compenso l'umidità è salita oltre il 90% rendendo la sopravvivenza una questione per pochi... In questa situazione a dir poco infernale, in cui anche il solo camminare risulta dispendioso di preziose energie, è una sottile goduria indossare in vita una felpa che ci sarà poi utile all'interno della montagna. Nel prendere la navetta che conduce all'ingresso delle grotte ci si sente come "compagni di ventura" nonostante si sia fra estranei. Si è tutti accomunati da una sensazione di adrenalina e frizzantezza in corpo, una sorta di speciale eccitazione in vista di ciò che ci aspetta. E' come se si stesse per varcare un portale magico verso un modo lontano.
L'ingresso alle grotte ha un deciso aspetto fantascientifico, con grandi strutture metalliche, tubazioni lucide, tornelli in acciaio e vetro, immensi portoni scorrevoli automaticamente nella viva roccia... prima di entrare le guide ti istruiscono su come affrontare le prossime ore, come occorre comportarsi, cosa fare e cosa soprattutto non fare... l'impressione è quella di star per essere imbarcati nello Space Shuttle per una spedizione nelle galassie più remote. Bellissimo!!!
Dopo aver percorso un lungo tunnel compartimentato con porte stagne ad apertura automatica (per mantenere le grotte isolate dal clima esterno che potrebbe distruggerne le concrezioni e la fauna interna) si giunge alla grotta più ampia, l'Abisso Ancona. Dentro le grotte è facile perdere la cognizione delle distanze e confondere le grandezze. Ecco che stalagmiti che sembrano alte 7/8 metri risultano invece di oltre 20 metri di altezza, quanto un palazzo di 5 piani. Se avessimo dovuto stimare sul momento l'ampiezza della caverna in cui ci trovavamo avremmo detto 40/50 metri, invece ci si ritrova in un ambiente ampio oltre 200 metri, in cui è possibile mettere comodamente l'intero Duomo di Milano (semmai un pazzoide ne avesse voglia).
Da qui inizia un percorso fantastico fatto di passerelle sospese e scale in acciaio inox, con salite a quote vertiginose, attraversamenti di piccoli laghetti, costeggiamenti di pareti rocciose e passaggi fra meravigliose stalagmiti, sotto un cielo di stalattiti dalle mille sfumature. E' uno spettacolo indescrivibile, da ammirare e registrare nel più profondo di sé stessi, in quella parte di noi dove ci rifugeremo negli anni quando avremo bisogno di bellezza e armonia in un mondo che sempre più spesso ce le negherà...
La galleria fotografica che segue è solo un assaggio di ciò che ivi si può vedere. Andate alle Grotte di Frasassi! Immergetevi in questo mondo senza tempo. Portatene via un pezzetto sempre con voi in un angolino del vostro cuore!
Per la galleria completa cliccate qui: https://www.facebook.com/pg/ApeMaila/photos/?tab=album&album_id=536621586822738
Storia
Negli anni 1950 e 1960, i gruppi del CAI (Club Alpino Italiano) di Jesi e Fabriano esplorarono le cavità della zona, tra cui, nel 1966, una diramazione lunga più di 1 km che parte dalla Grotta del Fiume.
Nel luglio 1971 un gruppo di 7 esploratori jesini venne attirato da una forte corrente d'aria che fuoriusciva da una piccola apertura. Dopo aver ampliato la dimensione del passaggio (chiamato in seguito Strettoia del Tarlo) per renderlo praticabile, gli esploratori si inoltrarono in una fitta rete di gallerie, cunicoli, pozzi e grotte per una lunghezza di circa 5 km.
La scoperta della Grotta Grande del Vento
Inizialmente gli scopritori si trovarono in questa grande grotta al buio totale e le attrezzature allora esistenti non permisero loro di scendere fino alla base della cavità sottostante, quindi si stimò l'altezza della grotta lanciando un sasso, misurando il tempo di caduta e utilizzando le leggi della fisica. Un primo approssimativo calcolo portava all'inaspettata altezza di oltre 100 m. Successivamente gli esploratori si dotarono di attrezzature adeguate e esplorarono l'immenso spazio, che venne chiamato "Abisso Ancona" in onore della città degli scopritori. La notizia della scoperta fu diffusa tramite stampa, ed è da questo momento che inizia la notorietà al grande pubblico delle Grotte di Frasassi.
In effetti le esplorazioni continuarono per tutto il resto dell'anno. L'8 dicembre 1971 venne scoperto un collegamento tra la Grotta del Fiume e la Grotta Grande del Vento, che venne ribattezzato "Condotta dei fabrianesi", e si creò così il Complesso carsico "Fiume-Vento".
Le scoperte si susseguirono negli anni e numerosi altri ambienti più o meno accessibili furono scoperti ed esplorati dagli speleologi. Al momento il complesso delle grotte di Frasassi hanno una lunghezza di oltre 20 km. Oltre all'Abisso Ancona, sono note la "Sala 200", così chiamata perché è un corridoio di 200 metri, la "Sala delle Candeline", che deve il nome alle numerose stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni circondate da un anello di roccia che ricordano delle candeline su un piattino, la "Sala Bianca" il cui colore è dovuto a numerosi strati di calcite pura, la "Sala dell'Orsa" per un masso presente in essa che grazie all'erosione millenaria dell'acqua ha assunto, in maniera completamente casuale, la vaga forma di un'orsa, la "Sala dei Pagliai" e la "Sala dell'Infinito", così denominata perché ha una forma irregolarmente circolare e durante le prime esplorazioni gli speleologi vi persero l'orientamento e si ritrovarono a girare intorno alla sala diverse volte prima di trovare un'uscita, come se fossero in un percorso infinito.
Anche l'apertura al pubblico del complesso di gallerie presentò non pochi problemi di ordine tecnico, che ebbero inizio già dai calcoli necessari per stabilire il punto esatto in cui scavare il tunnel di accesso.
Il percorso fu studiato con la massima cura e nel rispetto dell'ambiente, evitando soprattutto di abbattere le concrezioni.
All'interno delle grotte di Frasassi c'è, durante tutto l'anno, una temperatura costante di 14 °C e un'umidità relativa prossima al 100%.
Stalattiti e stalagmiti
All'interno delle cavità carsiche si possono ammirare delle sculture naturali, formatesi ad opera di stratificazioni calcaree nel corso di 190 milioni di anni grazie all'opera dell'acqua e della roccia. L'acqua, veicolando il biossido di carbonio nelle rocce calcaree, crea un processo chimico che dà origine all'idrogenocarbonato di calcio, un sale che esiste solamente in soluzione [H2O+CO2+CaCO3 = Ca(HCO3)]. Tale fenomeno determina il trasferimento di piccole quantità di carbonato di calcio da un posto all'altro e, nel corso di uno stillicidio che dura millenni, finisce per formare delle concrezioni di notevoli dimensioni e di forme completamente casuali e a volte anche curiose. Le concrezioni si dividono in stalagmiti (colonne che crescono progredendo dal basso verso l'alto) e stalattiti (che invece scendono dal soffitto delle cavità).
Le forme e le dimensioni di queste opere naturali hanno stimolato la fantasia degli speleologi, i quali dopo averle scoperte le hanno "battezzate" denominandole in maniera curiosa. Tra le stalattiti e le stalagmiti più famose ricordiamo: i "Giganti", il "Cammello" e il "Dromedario", l'"Orsa" (un masso che a seguito della millenaria erosione ha assunto la vaga forma di un orso), la "Madonnina", la "Spada di Damocle" (la stalattite più grossa, di 7,40 m di altezza e 150 cm di diametro), le "piccole cascate del Niagara", la "Fetta di pancetta" (di colore rosa chiaro) e la "Fetta di lardo" (completamente bianca, per via della calcite), l'"Obelisco" (stalagmite alta 15 metri al centro della Sala 200), le "Canne d'organo" (concrezioni conico-lamellari che devono il loro nome al fatto che se vengono colpite dall'esterno risuonano), il "Castello delle streghe".
All'interno delle grotte sono presenti anche dei laghetti in cui ristagna l'acqua dello stillicidio e dei "pozzi", cavità cilindriche profonde fino a 25 m che possono raccogliere l'acqua o convogliarla verso piani carsici inferiori.
Nelle grotte non penetra in alcun punto la luce naturale superficiale, pertanto l'illuminazione è completamente artificiale e utilizza solo luci bianche fredde, cioè che non producono calore verso le concrezioni (come già detto la temperatura è costante). Le uniche luci non di questo tipo sono quelle azzurre usate per mettere in evidenza i pozzi e i laghetti.
Fauna
Nel complesso delle grotte sono state censite ben 67 specie di animali, alcune delle quali endemiche di questo ecosistema ipogeo.
Per Visitare le Grotte e info: http://www.frasassi.com/
Maila e Pasquale
Album fotografico: https://photos.app.goo.gl/h1dhWa6rRqdLFsYK8

.jpg)


Commenti
Posta un commento