La Fortezza di Acquaviva
Innanzitutto la quiete! Assuefatti al caos cittadino pieno di rombi di automobili, strombazzamenti, sirene, "muggiti" di mezzi pesanti e quant'altro, restiamo colpiti dalla quiete che si respira in un piccolo paese dell'entroterra. Si riscoprono canti di uccelli, frinire di cicale e tutta una serie di suoni dimenticati e bellissimi, come il vento fra le foglie, il rintocco di una vecchia campana ed il vociare di anziani in un bar.
Parcheggiamo la macchina in un belvedere che si staglia su di una splendida vallata: una piccola chiesa in mattoni si erge su un promontorio poco distante, piccoli paeselli poco più che sporadici ammassi di case contornano le sommità delle colline intorno, immerse in infinite sfumature di verde che dolcemente scivola sinuoso verso un mare azzurro e luccicante. Se questo non è il Paradiso deve avvicinarcisi parecchio!
Ci troviamo ancora fuori dalle mura che sovrastano il piccolo borgo, di un color sabbia che risalta con lo splendido blu intenso del cielo privo di nuvole. Ci inerpichiamo fra piccole viuzze delle case in mattoni del vecchio incasato, in cui è possibile imbattersi in una piccola drogheria o in un forno dallo squisito aroma di pizza e pane appena sfornato. In questo posto stendono i panni su dei fili tesi fra una casa e l'altra e si cammina immersi fra il profumo del sapone di Marsiglia sotto bianche lenzuola stese al sole.
Per visitare la Fortezza entriamo da un piccolo pertugio nelle mura e seguiamo una stretta galleria in essa scavata, la stessa percorsa un tempo dalle guardie che accorrevano per la sua difesa. E' irta e tortuosa, ma dalle minuscole nicchie che a tratti regolari si aprono lungo il cammino si riesce a scorgere viste davvero mozzafiato. Da queste piccole feritoie si attuava una prima difesa del forte, con armi leggere o addirittura ricorrendo al fatidico e immancabile "olio bollente".

Il camminamento coperto sbuca nell'ampia corte della fortezza, in cui bivaccavano gli armigeri con le loro tende da campo. E' un luogo completamente circondato da mura e da torri. Su una di queste, la più grande, è possibile salire per ammirare il panorama mozzafiato sottostante. Da quassù lo sguardo riesce a svariare dalle lontane e maestose montagne fino alla vicina costa adriatica, ispirando un forte senso di libertà ed una smodata voglia di avventura e viaggi. Quassù la frase "Verso l'infinito e oltre" di Toy Story assume un senso più che reale, spingendo la mente a vagare verso confini lontani anni luce, ma non per questo irraggiungibili!
Fortezza degli Acquaviva
La rocca odierna presenta due ordini murari: il primo, verticale, sostiene i camminamenti di ronda e si proietta a sbalzo verso l'esterno con gli archetti della difesa piombante; il secondo, fortemente scarpato per il rimbalzo dei proiettili, contiene all'interno percorsi casamattati con bocche da fuoco per il tiro delle armi leggere. La fortezza, che si suppone fosse circondata da un fossato, ingloba una vasta corte centrale servita da un pozzo. La pianta è quadrilaterale irregolare, culminante a ogni vertice in un torrione. Le torri hanno mole e consistenza diversa in relazione all'orografia del terreno e al rischio di attacchi esterni. Questa conformazione, vista dall'alto, richiama immediatamente il simbolo di una balestra pronta a scoccare una freccia verso est, in direzione del mare. Da quella direzione infatti proveniva il pericolo maggiore. Le torri principali est (mastio) e ovest recano il baricentro lungo l'asse di simmetria della rocca, sezionando la corte in due triangoli fra loro assai simili, i cui restanti lati coincidono con le mura perimetrali. Il mastio cilindrico è alto 22 m. Il torrione maggiore situato dalla parte opposta è dotato di bocche da fuoco, mentre gli altri due erano destinati all'artiglieria leggera. (Fonte: Wikipedia)
Fortezza degli Acquaviva (XIII-XIV secolo). Maestosa rocca medievale, fra le maggiori e meglio conservate delle Marche, riedificata nel Quattrocento da Baccio Pontelli.
Cenni storici
Piccolo centro che sorge su una collina da cui è possibile godere di un ottima vista fino ai monti dell’Appennino, quali il Vettore, il Gran Sasso e la Maiella. Dopo il suo originale possedimento farfense (947) , divenne feudo della famiglia degli Acquaviva nel XIII secolo, che la fortificò e diede il nome alla città stessa. Con l’espansione demografica avvenuta nel 400 che portò al raddoppio dell’abitato venne costruito un secondo caposaldo rivolto a oriente.
Inclusa nella legazione pontificia fermana, fu annessa con plebiscito al regno d’Italia nel 1860
(Fonte: Wikipedia.org)
Cosa assaggiare
Per tutti: non si può non assaggiare formaggi e latticini della zona, mentre per i più golosi si suggerisce le peschette dolci e il dolce tipico marchigiano a base di frutta secca: il frustingo.
Tradizione e folclore
L’evento più importante Di Acquaviva Picena è il Sponsalia , rievocazione storica del matrimonio tra Foresteria d’Acquaviva e Rainaldo di Brunforte (1234). E' organizzata a partire dal 1988, a cavallo tra i mesi di luglio e agosto, e prevede la disputa del "Palio del Duca".
Maila e Pasquale
Album fotografico: https://photos.app.goo.gl/ajh94EfmuwxcQtQt6






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