San Benedetto del Tronto
Posto lungo la costa adriatica meridionale delle Marche alla foce del fiume Tronto, è un importante centro turistico e porto peschereccio della Riviera delle Palme.
Il comune si fregia da diversi anni della Bandiera Blu con stella, riconoscimento conferito dalla FEE alle migliori località costiere europee
Storia
Poco si sa in realtà delle origini di San Benedetto. Da sempre vengono fatte risalire al XII secolo ma, nell'estate 2011, in alcuni interessanti ritrovamenti archeologici avvenuti nel Paese Alto sono stati rinvenuti molti reperti risalenti ad epoca romana, tra cui una vasca, un mosaico di tessere bianche con cornici nere e un angolo di muro di un edificio con affreschi parietali di colore rosso tipici della fase decorativa romana risalente all'età neroniana o flavia, databili fra la prima metà del I secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C. Tali ritrovamenti mettono in discussione ciò che si sapeva sulle reali origini di San Benedetto. In passato era stata ritenuta sorgere sul sito dell'antica città di Truentum (città fondata dall'antico popolo dei Liburni), poi Castrum Truentinum, oggi identificata con il sito archeologico scavato alla foce del Tronto nel comune di Martinsicuro.
Quindi sull'origine non si hanno certezze e, in attesa di ulteriori studi sui ritrovamenti, continuiamo ad accreditare l'ipotesi di un nucleo sorto attorno ad una chiesa che avrebbe ospitato le spoglie di San Benedetto martire, soldato romano martirizzato nell'antica Cupra (poi Cupra Marittima). Del nucleo abitativo di San Benedetto, definito come Plebs Sancti Benedicti in Albula, dal nome del santo protettore e titolare della chiesa omonima, nonché del torrente che tuttora l'attraversa, si hanno tracce dall'anno 998 in un atto relativo all'investitura del beneficio dei SS. Vincenzo e Anastasio in territorio di Acquaviva Picena da parte di Uberto, vescovo di Fermo.
Medioevo
Oggetto della rivalità tra le città di Ascoli e Fermo, fu per secoli aspramente contesa delle due rivali. Nel 1463 Fermo dette incarico al frate Giacomo della Marca (San Giacomo della Marca) di pronunciarsi quale arbitro nella questione e risolvere le secolari controversie fra le due città. Frate Giacomo della Marca il 3 luglio 1463 emise il suo giudizio assegnando la parte bassa di S. Benedetto, oggi corrispondente al territorio a sud del torrente Ragnola, a Monteprandone, garantendo quello sbocco a mare strategico per gli ascolani e annettendo alla giurisdizione di Monteprandone quel Montecretaccio sotto il quale si sarebbe dovuto costruire, ma che poi non fu mai realizzato, il porto suddetto (Porto d'Ascoli).
Nel 1478 un'epidemia di peste, pare portata da turchi, devastò il territorio di San Benedetto decimando la popolazione a tal punto che nel 1491, essendo il paese rimasto pressoché disabitato, su iniziativa del municipio di Fermo che all'epoca ne deteneva la giurisdizione, venne deciso di dare facoltà ad alcuni profughi imolesi di stabilirvisi, concedendo loro terreni in enfiteusi.
Sotto lo Stato pontificio
Saccheggi e devastazioni a varie riprese caratterizzano anche il XVI secolo per cui il paese, seppure di importanza strategica, non riuscì a svilupparsi se non dopo aver riacquistato un po' di tranquillità. È del 1615 la testimonianza di una prima espansione fuori dalle mura, verso il mare, con la costruzione di una chiesetta dedicata alla Madonna della Marina in corrispondenza del luogo dove oggi è situata Piazza Cesare Battisti in prossimità del vecchio Palazzo Municipale. Costruita sul litorale deserto lungo la Via Litoranea sulla direttrice che dalla Porta Sud conduceva alla spiaggia, fuori delle mura del borgo antico, fu stimolo per la popolazione a scendere in marina.
Il Novecento
Nel 1907 comincia la costruzione del porto peschereccio, il cui ultimo ampliamento è del 2000. Nel 1912 avviene il varo del primo peschereccio a motore in Italia, il "San Marco", su concezione del monsignor Francesco Sciocchetti.
Nel 1928 con Decreto Ministeriale, San Benedetto otteneva il riconoscimento di Stazione di Cura, soggiorno e turismo, prima località balneare delle Marche e di tutta la costa adriatica.
Il 18 giugno 1944 dopo 144 bombardamenti aerei e sei cannoneggiamenti navali che hanno devastato la città nella seconda guerra mondiale, San Benedetto viene liberata.
Monumenti e luoghi d'interesse
Torre dei Gualtieri (o Torrione) Più propriamente denominato "Mastio della Rocca" e più popolarmente noto come "Torrione" (lu Turriò o lu Campanò) è forse l'elemento più rappresentativo della città, spiccando dall'altura del Paese Alto a dominare l'intero abitato. Eseguita nell'ultimo ventennio del XV secolo a seguito di una ristrutturazione della cinta muraria dopo uno dei tanti conflitti tra Ascoli e Fermo presumibilmente dalla famiglia Gualtieri, la quale, verso l'anno 1145 iniziò la riedificazione del castello (sopra le rovine dell'antica pieve caduta in rovina per mano dei pirati turchi che depredavano le coste o per le invasioni barbariche) terminata circa ben tre secoli dopo con la costruzione di questa insolita torre dalla foggia così singolare. Di altezza relativamente modesta (20 m), a pianta esagonale schiacciata, è interamente in laterizio, presenta un orologio sulla faccia rivolta verso mare e una merlatura superiore eseguita nel restauro del 1901 su progetto dell'architetto Giuseppe Sacconi. L'interno è suddiviso in quattro livelli forniti di copertura a volta (a botte cuspidata per i primi due livelli).
Torre Guelfa Si trova accanto ad una villa privata e si può scorgere dalla S.S. 16 in località Porto d'Ascoli. Si tratta di una torre di difesa a base quadrata del XIV secolo con opera a sporgere costituita da beccatelli e piombatoi. Costituita in muratura a secco con paramenti esterni ed interni in laterizio, faceva parte di una fortezza consistente in due grandi torri, sette torrioni con settanta merli, ricostruita dalla città di Ascoli dopo il 1348, distrutta poi da Gentile da Mogliano, signore di Fermo.
Caserma Guelfa Si trova lungo la Strada Statale 16 in prossimità dell'incrocio con via Mare, la via principale di Porto d'Ascoli. Edificio fortificato a pianta quadrangolare del XVI secolo con corpi d'angolo a "puntone" e chiostro interno a doppio ordine con archi a tutto sesto, la scarpatura di base è bloccata a metà altezza con un cornicione a sezione semicircolare. Portale d'ingresso in pietra con sovrastante stemma in pietra della città di Ascoli. La copertura è con capriate in legno e sovrastante manto di coppi. Inizialmente aveva la destinazione di Ospizio al Porto, Hostaria e nuovi magazzini per il deposito delle merci, successivamente assunse il ruolo di ultimo avamposto pontificio prima del Regno delle Due Sicilie per questo è popolarmente definita come la "Dogana Pontificia".
Chiesa di San Benedetto martire Il primo insediamento risale all'XI secolo dove sorgeva l'antica pieve di San Benedetto sorta sul sepolcro di San Benedetto martire attorno alla quale, dopo il 1140, venne costruita la cinta muraria. Poco rimane dell'antico sepolcro e del vecchio edificio poiché la chiesa fu modificata ed ampliata alla fine del XVIII secolo su disegno dell'architetto Pietro Augustoni. Interamente in laterizio con facciata con cornici e paraste e timpano in pietra, nella chiesa sono conservate, oltre a reperti, epigrafi e lapidi, diverse altre opere: una pala del 1707 del pittore fermano Ubaldo Ricci relativa all'ultima cena, una pala della Madonna del Rosario di anonimo del XVI secolo e un'altra della Madonna del Carmelo, sempre di anonimo, del XVIII secolo; inoltre il simulacro dell'Immacolata Concezione realizzata nel 1856, un Cristo Morto della seconda metà dell'Ottocento e soprattutto l'altare di San Benedetto martire con reliquie del Santo.
Cattedrale di Santa Maria della Marina Eretta dal Comune nel 1615, in onore della Madonna della Spiaggia, è stata la prima costruzione posta fuori le mura del borgo antico. La chiesa sorgeva in Piazza Cesare Battisti, un tempo chiamata Piazza del Mercato, sulla direttrice che collegava il borgo vecchio e il mare, quando agli inizi dell'Ottocento la chiesa, ormai cadente, venne sconsacrata ed adibita a magazzino. La chiesa, riaperta al culto dal Governo Pontificio dopo il 1816, venne seriamente danneggiata dall'alluvione del Torrente Albula del 6 luglio 1898 e quindi abbattuta nel maggio del 1899, per ampliare la piazza del Municipio. Essa fu uno stimolo per la popolazione a scendere in marina.
Vescovado Già Palazzo Anelli, deve il suo nome alla famiglia che almeno dal fine del XVIII secolo abitava nel luogo dove oggi sorge questo edificio. La struttura presenta elementi liberty in un contesto medievale ed è composta da due corpi a pianta rettangolare, un avancorpo a due livelli prospettante sulla piazza e un corpo arretrato a quattro livelli che costituiscono la torretta. Da evidenziare le facciate arricchite da eleganti cornici e fasce marcapiano in laterizio. Pregevoli le inferriate, le ringhiere e le cancellate in ferro battuto a motivi floreali. Oggi, dopo un attento e mirato restauro, è la prestigiosa sede del Vescovado.
Palazzina Azzurra Il complesso della Palazzina Azzurra nasce dal progetto dell'ing. Luigi Onorati ingegnere capo del Comune di San Benedetto del Tronto. Commissionata dall'Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo, per "migliorare le proprie attrezzature ricettive e creare un luogo di ritrovo e divertimento" la Palazzina Azzurra fu inaugurata il 1º settembre 1934. In stile prettamente razionalistico, tipico dell'epoca fascista, fu costruita a fianco dei due campi da tennis e del Circolo Forestieri.
L'edificio a due piani, dipinto di azzurro, ospitava al piano terra il bar, salotti, docce e servizi per signori e signore; al primo piano, al quale vi si accedeva e tuttora vi sia accede tramite una scalinata, erano dislocati la sala lettura, due salotti, uno spogliatoio ed un fumoir.
I salotti, dalle pareti semicircolari e vetrate, consentivano di avere una visuale ottimale sul panorama della pineta nuova e sui campi sportivi. Un complesso architettonico abbastanza esclusivo, ma capace di soddisfare le diverse aspettative legate al tempo libero, allo svago estivo, nonché a quello sportivo e festaiolo dell'epoca. L'edificio senza essere di eccelso valore monumentale, ha avuto nella storia recente di San Benedetto un grande valore significativo per l'immagine turistica.
Teatro comunale Concordia nasce ufficialmente come progetto cittadino, nel corso di una riunione tenuta nell'aula consiliare, indetta dall'Associazione dei filarmonici locali, il giorno 28 luglio 1827. A seguito di un'accurata ristrutturazione è tornato nella piena disponibilità della cittadinanza il 30 aprile 2008, con una serie di spettacoli che ha visto alternarsi sul palcoscenico compagnie locali a professionisti di livello nazionale.
Monumento al pescatore Questa statua è collocata nel punto in cui il lungomare si innesta con il molo sud del bacino portuale e riproduce la tenuta dei pescatori durante le tempeste, quando, per richiamare l'attenzione sul pericolo derivante dalla nebbia incombente sul mare, si servivano della tromba. È opera di Cleto Capponi, artista grottammarese.
Monumento al gabbiano Jonathan Realizzato dall'artista Mario Lupo nel 1986, il monumento a il gabbiano Jonathan Livingston, protagonista del libro di Richard Bach, sorge lungo la passeggiata del Molo sud, quella che è stata ribattezzata The Jonathan's way. L'opera, proiettata per 10 metri, racchiude in un cerchio azzurro la vita dei gabbiani e delle acque. È il simbolo della operosità generosa e della tenacia tipiche della gente di mare, gente abituata ad affrontare e superare silenziosamente ostacoli e difficoltà.
Il corso Lo storico viale Secondo Moretti, costruito agli inizi degli anni trenta del secolo scorso dall'ingegner Luigi Onorati nell'ambito del progetto che portò alla realizzazione del lungomare, situato nel centro della città, perpendicolare all'inizio del lungomare nord, è ormai da decenni, il luogo d'incontro della popolazione sambenedettese e dei dintorni. Zona pedonale, recentemente ristrutturato, sede di locali storici della città e di numerose attività commerciali, da alcuni anni è arricchito da una collezione di opere di arte moderna.
Punto nevralgico del corso, indiscusso punto riferimento e luogo di ritrovo della cittadina è la suggestiva piazza Giorgini (o rotonda Giorgini), dedicata a Carlo Giorgini, uno dei più amati sindaci della città, famosa come la Rotonda, situata all'incrocio tra la fine di viale Secondo Moretti e l'inizio nord del lungomare. La caratteristica fontana situata al centro della piazza, è ormai diventata uno dei simboli e delle immagini più note della città.
Il faro è entrato in funzione ufficialmente nel 1957 ed è stato costruito tra la Rotonda e la zona portuale (in zona strategica e centrale all'area portuale), in considerazione del fatto che l'importanza di un faro è nella posizione e nella portata del fascio di luce. È elemento necessario ai naviganti e marinai per l'avvicinamento alla costa, come richiamo nell'oscurità notturna per gli uomini in mare che localmente, prima della sua costruzione avevano come riferimento solo il Torrione e il suono delle campane; idealmente per questo motivo è stato costruito lungo la perpendicolare che parte dal Paese Alto in direzione est. Il faro di San Benedetto del Tronto oggi funziona in automatico grazie ad una fotocellula che lo aziona o lo spegne. Ma all'epoca della sua costruzione, era un faro manuale il cui funzionamento si realizzava dietro degli ingranaggi mossi da un peso motore che quotidianamente doveva essere ricaricato dal farista. Il faro assume una notevole importanza per tutta la marineria medio adriatica sia perché esso è l'unico che ha una portata notevole tra Ancona ed Ortona sia per la portata geografica (la distanza, cioè, alla quale può essere visto tenendo conto della curvatura della terra e della quota a cui è l'occhio dell'osservatore).
Sentina
Situata a nord della foce del fiume Tronto, è un'area di 200 ettari nella quale sono presenti solo pochissimi edifici rurali e che, nonostante qualche zona coltivata e nonostante i tentativi di bonifica integrali effettuati nel passato, presenta una zona umida di grandissima importanza a livello biologico e aviofaunistico. È indicata come una delle ultime zone umide per la migrazione dell'avifauna, presente tra la foce del Po e il Gargano ed è uno dei rarissimi tratti di spiaggia sabbiosa con retroterra non edificato di tutto l'Adriatico. È ricca di specie vegetali e animali a rischio o sempre più rare sul suolo italiano, e la sua importanza in ottica ambientalista è sempre crescente data la continua antropizzazione di tutte le zone costiere sia delle Marche che del confinante Abruzzo.
Io e San Benedetto del Tronto
Il mio amore per questo luogo risale a quando avevo otto anni, nonna comprò casa qui, e venendoci per le ferie estive mi ha letteralmente rapito il cuore. Natia milanese mi sono trasferita qui quasi tre anni fa.
Passeggiare per le vie, sul molo e al porto turistico oramai è quasi un abitudine, ma non una di quelle abitudini che dopo un po’ stanca.








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