Tunisia 2003

La mia prima vacanza itinerante in moto. Non si può definire una vacanza tutto relax... anzi un viaggio all'avventura per conoscere meglio questo paese così diverso dal nostro. Parto con amico endurista, che ormai è un veterano delle Moto-Vacanze. Abbiamo percorso 1.400 km passando all’andata per l’entroterra e al ritorno per la costa.

Lunedì 18 Agosto 2003

Dopo circa ventitre ore di traghetto all’orizzonte appare una terra tutta da scoprire, finalmente ecco Tunisi, tempo di terminare le operazioni doganali e guido in direzione di El Kef per fermarmi a Jendouba per la notte, dopo una piccola sosta rigeneratrice e il primo contatto con questa meravigliosa popolazione. I tunisini, per quanto ho potuto conoscerli in 15 giorni di viaggio, nonostante non abbiano grandi ricchezze, hanno una generosità che stupisce. Fu così che in un bar sulla strada prendo una coca cola ghiacciata e il barista, non conoscendo il cambio del dollaro ed euro me la regala. L’idea, per riuscire a vedere il più possibile di questa terra tanto sconosciuta, è pernottare una notte in ogni posto visitato. La prima notte la passo qui, vicino all’albergo c’è un posticino dove posso assaggiare una specialità Tunisina, una specie di piadina riempita con carne e salsa molto piccante.

El Kef. Alcuni ritengono che Le Kef sorga sul luogo della antica città di Cirta, capitale della Numidia. Certo è che durante l'impero romano vi sorse la città di Sicca Veneria, così chiamata per la presenza di un importante tempio dedicato a Venere, dove veniva praticata la prostituzione sacra.


Martedì 19 Agosto 2003

Al mattino vago un po’ per la città a cercare di scoprire ciò che questa cittadina offre. La temperatura è alta, siamo sui 32° ma non si sente perché l'aria è secca, la luce è forte, l'azzurro del cielo illumina i mattoncini color sabbia delle costruzioni. Resto letteralmente incantata dai colori dalle strade pulite e dai molti sorrisi per la strada. Passate le ore più calde si parte, sempre in direzione sud, per fermarmi dopo 283 km a Gafsa.

Kafsa. Alla fine del mese di luglio 2014, nella zona si è formato spontaneamente un lago della superficie di circa 1 ettaro e della profondità massima di 18 metri. Il fenomeno, spiegato con la possibile rottura di una falda sotterranea, ha attirato subito numerosi curiosi che ne affollano le rive e si bagnano nelle acque nonostante i ripetuti avvertimenti delle autorità circa la pericolosità della balneazione e la possibile presenza di inquinanti (selenio e fosfati) legati alle passate attività minerarie. Le acque, inizialmente limpide e di colore turchese, sono successivamente divenute di colore verde e hanno perso la loro trasparenza per la proliferazione di alghe: il mutamento indicherebbe che il bacino non è soggetto a ricambio.

Mercoledì 20 Agosto 2003

Di buon ora a moto caricata e lasciata Gafsa si prende la direzione per Tozeur. Finalmente inizia a vedersi un accenno di deserto, sparse nella sabbia vedo delle tende berbere, in prossimità di una piccola oasi. Uno strana luce attira la mia attenzione, riflessi dorati sulla sabbia dove un tempo sorgeva un lago salato, e oggi, i cristalli di sale al sole incantano chiunque passi di qui. Entro a Tozeur da due porte imponenti, scaricata la moto esco a visitare la città ed esplorare la Medina. Un abitante del luogo si offre di accompagnarmi e illustrarmi ogni cosa vista all’interno. Anche se non ho mai studiato francese non mi è stato difficile seguire e capire cosa mi stava dicendo. Una volta mostrata tutta la Medina. all'interno delle mura della Medina la pace che ci circonda è surreale, un gruppo di bambini gioca a calcio con una palla improvvisata, la guida mi racconta che un triangolo di mattoncini sporgenti nel centro della Medina è un gioco per augurare Buona Fortuna, e consiste nel lanciare tre sassolini e cercare di farli restare tra questi mattoncini, un buco in una porta indica la direzione della mecca, in modo che durante le 5 preghiere si possa indirizzarle nella direzione corretta. Sempre le porte hanno tre maniglie, la guida mi spiega che la maniglia di sinistra è quella dedicata alle donne, quella a destra, è dedicata agli uomini e quella più in basso per i bambini. Finito il giro nella Medina si offre di accompagnarmi in auto all’Oasi di Tozeur dove sorge una fabbrica di mattoni di argilla, spiegando e mostrando il procedimento della cottura dei mattoni e successivamente al belvedere che con la luce del tramonto è meta di molte persone. Considerata la povertà di questo paese offriamo del denaro contenti per ciò che abbiamo imparato.

Fabbrica di mattoni a Tozeur - Tozeur

Le abitazioni e gli altri edifici della città sono costruiti in mattoni. Tozeur e la regione del Jerid sono infatti molto famose per le loro costruzioni in mattoni gialli e marroni. Affascinanti modelli con disegni geometrici semplici e ricchi formano le facciate della maggior parte degli edifici sia della città vecchia sia della nuova zona turistica. L'antica città di Ouled El Hwadef è un ottimo esempio delle opere in mattoni sopra citate. Per un progetto del governo locale, le strette strade della parte antica della città, i suoi muri e le facciate degli edifici sono state decorate con mattoni dando vita a uno dei più caratteristici e famosi stili architettonici della Tunisia. Questa operazione è durata più di dieci anni.

 

Giovedì 21 Agosto 2003

Nonostante i ritmi sostenuti questa vacanza è più rilassante di quanto ipotizzato prima della partenza. Attraverso il Chott El Jerid e le sue sculture di sabbia, e superata Kebili raggiungiamo Douz. Se il panorama dei luoghi dei giorni precedenti era magico, qui, nella città più a sud tunisina al confine con il deserto del Sahara è ancora meglio. Il pomeriggio lo passio seduta per terra in un negozio di tappeti, sorseggiando tè alla menta e ragionando sull’organizzazione di un giro di due ore in Dromedario proprio nel deserto al tramonto.

Chott El Jerid

è un lago salato della Tunisia. Situato nel sud-ovest del paese, in una depressione tra le oasi di Tozeur e di Nefta da un lato e tra Kébili e Douz ai confini del deserto del Sahara dall'altro. Copre una superficie di oltre 5.000 km², per una lunghezza di 250 km circa ed una larghezza di 20 km. È il più esteso lago salato della regione.

 

Piazza del Mercato - Douz 

Quest'ultima cittadina, detta la Porta del Deserto, è uno dei centri più importanti di tutta la Tunisia. Annualmente, in particolare nei mesi di novembre e dicembre, in quest'oasi viene svolto il "Festival del Sahara", che richiama tutte le tribù nomadi da Tunisia, Algeria, Libia ed Egitto. La manifestazione folcloristica, che dura quattro giorni, si svolge come una sorta di olimpiadi del deserto. Si apre con una grande parata, seguita da canzoni, balli, cerimonie e matrimoni tradizionali. Ospita corse di dromedari, dimostrazioni di caccia al coniglio in velocità, a dorso di cavalli e dromedari. Gli eventi più spettacolari vengono chiamati "fantasias", dove i cavalieri beduini si caricano attraverso il deserto. Il tutto è farcito con un bazar serale, mostre, spettacoli artistici e musicali.


Kebili Sorge in un'oasi abitata fin dall'antichità. I reperti archeologici più antichi trovati nell'area risalgono a circa 200.000 anni fa.

 

Venerdì 22 Agosto 2003 – Sabato 24 Agosto 2003 – Domenica 25 Agosto 2003

Raggiunta Matmata, mi sono smarrita cercando il set dove hanno girato Star Wars. La pianificazione odierna prevedeva di percorrere la PipeLine, una strada sterrata immersa nel deserto che porta a Ksar Ghilane, campo beduino che fa vivere un'esperienza unica. Purtroppo il termometro della moto segnava 50°, e tra l’abbigliamento e il motore caldo, chi mi accompagnava e soprattutto io, per paura di cadere e rovinare moto e vacanza abbiamo optato per rinunciare all’impresa. Ecco così che la tappa odierna si trasforma in una gita sulla costa, avendo pochi giorni a disposizione è giunta l’ora di affrontare il viaggio verso nord. Viaggiando tutto il pomeriggio passando per Gabès, Skhira, Mahrès e Sfax, facendo sosta a El Jem raggiungiamo Monastir ormai a serata avanzata. La giornata in moto sotto il sole, ci ha distrutti, così pernottiamo un paio di notti qui.

Matmata

Sulla strada per Matmata Le abitazioni che caratterizzano questa cittadina sono scavate nel terreno, all'interno delle colline e formate da un cortile a cielo aperto, simile ad un cratere profondo circa 7 metri, dal quale si accede attraverso una galleria dal fianco della collina. Dal cortile a cielo aperto, che ha anche la funzione di raccogliere la rara acqua piovana, si dislocano i vari ambienti delle abitazioni, scavati come degli angusti cunicoli sui fianchi del "cratere". Questo tipo di architettura troglodita ha la funzione di mantenere fresca la temperata nell'abitazione, poiché le temperature in questa zona sfiorano frequentemente i 45 °C durante il periodo estivo, scendendo a livelli europei durante l'inverno.


Gabès. In città si trovano deserto, oasi e mare. La città fu fondata dai berberi molto prima dell'arrivo dei Fenici che la resero una città principalmente commerciale. La città rimase cartaginese fino al II sec. a.C. per poi divenire una colonia romana dopo la seconda guerra punica. La città fu ancora molto prospera sotto il dominio bizantino. Situata all'incrocio di importanti vie di comunicazione, diventa importante con l'arrivo dei musulmani nel settimo secolo. Con l'arrivo dell'esercito francese nel 1881, Gabès divenne il più grande presidio della Tunisia. Passata sotto il controllo tedesco nel 1940, la città è stata praticamente distrutta nei combattimenti della campagna di Tunisia (1943). Ricostruita dal 1945, è stata nuovamente devastata da alluvioni nel 1962.

Mahrès. La cittadina è ubicata in una posizione strategica tra due vie Romane importanti che collegavano Cartagine ad Alessandria d'Egitto. La fortezza bizantina di Iunga, l'unico sito archeologico del suo genere nella regione, è testimonianza dell'importanza storica del Mahres. La cittadina prende il proprio nome dalla funzione protettiva che svolgeva dall'epoca antica fino al periodo arabo. Mahres fu una componente chiave dell'impero fenicio in Tunisia come porto commerciale, e ciò aiutò la conversione dei berberi al Cristianesimo durante i periodi romano e bizantino. Durante il periodo aghlabita, invece, quando la presenza musulmana era predominante, Mahres fu un imponente baluardo contro le invasioni straniere.

Anfiteatro romano di El Jem

(Patrimonio UNESCO dal 1979) era spesso chiamato erroneamente Colosseo poiché era in grado di ospitare 35 000 spettatori seduti. Solo il Colosseo di Roma, con più di 50 000 posti a sedere, ed il teatro di Santa Maria Capua Vetere erano più capienti. L'anfiteatro di El Jem venne costruito dai romani sotto il controllo del proconsole Gordiano I, il quale venne acclamato Imperatore a Thysdrus, intorno al 238 e fu probabilmente usato per spettacoli di gladiatori e corse dei carri (come nel film Ben-Hur). Esiste anche la possibilità che la costruzione dell'edificio non sia mai stata completata. Fino al diciassettesimo secolo rimase più o meno intatto. A partire da quel momento le sue pietre vennero usate per la costruzione del villaggio limitrofo di El Jem e della Grande Moschea di Qayrawan e, in un periodo di tensione durante il conflitto con gli Ottomani, i Turchi usarono i cannoni per stanare i ribelli nascosti al suo interno.


Monastir. Si trova sulla punta di una piccola penisola rocciosa che separa il golfo di Hammamet dal golfo di Monastir. Sulla punta del promontorio si trova il porto turistico (Marina) ricavato fra la punta stessa e le due isolette davanti al promontorio (isola di Sidi El Gadamsi e isola di Lostaniah). Alle spalle della Marina si trova il cimitero di Sidi El Mazeri, con ad ovest il Mausoleo di Bourguiba e ad est il ribāṭ e la Grande Moschea. La moschea Bourguiba si trova alle spalle del cimitero nel centro della città. Di fronte a Monastir, a circa 16 km a est, si trova l'arcipelago delle isole Kuriate, che costituiscono un riserva naturale della Tunisia.

Lunedì 26 Agosto 2003 – Martedì 27 Agosto 2003

Monastir, città strettamente turistica, mi ha delusa moltissimo, forse mi sono abituata alla Tunisia non turistica. Essendo in zona la decisione migliore è andare a Kairouan, qui il tappeto la fa da padrone e nella Medina li vendono ad ogni angolo, essendo in vacanza nei due giorni passati qui non mi esimo certo dallo shopping. Purtroppo essendo in moto lo spazio libero da riempire con souvenir è risicato ma non mi arrendo.

Città punica di Kerkouane e la sua necropoli


(1985-1986) è la denominazione attuale del luogo in cui si trovava una città punica ,nel nord-est della Tunisia, sulla penisola di Capo Bon. Ebbe un'esistenza di almeno 400 anni, fu probabilmente abbandonata durante la prima guerra punica (all'incirca nel 250 a.C.) e non venne ricostruita dai romani. Kerkouane, un po' fuori dalle piste battute, contiene notevoli rovine risalenti all'epoca dell'antica Cartagine. Gli scavi hanno portato alla luce rovine risalenti al terzo e quarto secolo a.C. All'interno dell'insediamento sono ancora presenti le mura di alcune case, e le argille colorate sulle loro facciate. Le case vennero costruite seguendo un piano regolatore generale, con un sofisticato sistema di pianificazione territoriale. Sono ancora intatte alcune colonne di un antico santuario che contiene anche frammenti di un mosaico. Sono ancora visibili marciapiedi, soglie dei portoni e pavimenti con mosaici. Gli archeologi sono ancora al lavoro a Kerkouane; le parti più interessanti del complesso sono forse quelle già scoperte. Kerkouane fu una delle più importanti città fenicio-puniche, insieme a Cartagine, Hadrumetum (la moderna Susa) e Utica. al-Qayrawan (patrimonio dell’UNESCO dal 1988) Originariamente fu fondata dalla Tribù berbera dei Jlass poi nel 670 venne conquistata dagli arabi musulmani e prese il nome di al-Qayrawān. La città perse proprio in periodo aghlabide il suo ruolo di capitale, a vantaggio di Raqqāda, fin quando l'Ifrīqiya fu conquistata all'inizio del X secolo dai Fatimidi. Già nel corso del dominio fatimide la regione ifriqiyana fu governata dalla dinastia ziride, inizialmente vassalli dei Fatimidi e che, quando si resero di fatto indipendenti, dovettero subire le devastanti incursioni dei nomadi arabi Banū Hilāl e Banū Sulaym, mandati in segno di rappresaglia dai Fatimidi. La città è considerata particolarmente venerabile dai musulmani per la presenza della più antica moschea del Maghreb, la Grande moschea di Qayrawan, eretta nel VII secolo (dal conquistatore arabo ʿUqba ibn Nāfiʿ ʿOqba [e per la Moschea del Barbiere del profeta Muhammad]


Mercoledì 28 Agosto 2003

Stasera ci si deve imbarcare per tornare in Italia, così l’unica possibilità è avvicinarci a Tunisi, senza però saltare Cartagine, una sosta qui per il pranzo e un riposino è doverosa. Alla dogana del porto di Tunisi finisce questa fantastica avventura.

Anche se ne ho conosciuto solo una piccola parte, l’Africa ha nel mio cuore un posto speciale.

Cattedrale di Cartagine


Sito archeologico di Cartagine (Patrimonio dell’UNESCO dal 1979) città tunisina situata a 16 chilometri a nord-est della capitale.
L'antica città punica, fiorente in età antica, distrutta e ricostruita dai Romani, è oggi un ricco sobborgo di Tunisi. Possiede numerosi siti archeologici, per la maggior parte romani, ma anche punici. La municipalità di Cartagine, che conta 15.922 abitanti, ospita sul suo territorio il Palazzo presidenziale tunisino e la Moschea Mâlik ibn Anas. L'Aeroporto internazionale di Tunisi-Cartagine è situato a pochi chilometri a ovest della città.

Album Fotografico: https://photos.app.goo.gl/GsuP3CNMMzonFNoD9

 

 

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